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L'incrinatura VolksWagen su tutta l'industria dell'auto: il mito Citroen 2Cv e le bufale ecologiche.


E' la versione tecnicizzata della maglietta con la cintura di sicurezza dipinta sopra, subito falsamente attribuita ai napoletani. Che si potesse dotare un'auto di un chip capace di sentire quando è testata ed agire sul motore in modo da falsare le verifiche è espediente alla Colin Chapman, il mitico boss di Lotus, nella Formula 1 degl'anni settanta (reiteratamente scoperto e sanzionato dalla FIFA). Che lo si potesse fare su vetture anche di prestigio della nota "auto del popolo" (Volks Wagen) era poco pensabile, anche visti gl'immani sforzi d'immagine compiuti per acquisire "dignità" di marchio di prestigio, cosa fatta con la produzione di motori V12, l'acquisizione dei marchi Porsche, Audi e persino Rolls Royce. Eppure l'incrinatura d'immagine, così come il crollo in borsa si sta estendendo a tutta l'industria automobilistica e segnatamente anche a marchi che nulla hanno a che fare con la casa di Wolfsburg. Il motivo è che se - almeno per quanto sinora è dato sapere - nessuno ha osato tanto, è vero, come già anni addietro evidenziava l'autorevole "MotorWelt", che nel discorso "ecologico" dell'industria automobilistica qualcosa di grave non quadra. In esame allora ed in raffronto i dati di due Ford Fiesta di eguale cilindrata, una più datata ed eco 2, l'altra più recente ed eco 5: emissioni praticamente identiche. Che qualcosa non quadri a livello legislativo lo si evidenzia subito con un semplice raffronto estremo di due vetture anni '80: Citroen 2Cv, 650 cm3, 4 litri di carburante per 100 Km e Jaguar XJ 12 5.3, 5300 cm3, 25 litri di carburante per 100 Km. E' evidente che le emissioni proveninti dalla combustione di 25 litri di carburante, per quanta tecnica si voglia usare non potranno mai essere ridotte alla parità di quelle provenienti dalla combustione di soli 4 litri. Insomma: la vera truffa è nella normativa, la quale introduce il criterio di proporzionalità, anzicché la misura concreta. In poche parole il raffronto è fatto calcolando quanto in proporzione sarebbero le emissioni della 2Cv se avesse anch'essa una cilindrata di 5.300 cm3 come la Jaguar XJ 12. In questo modo non sono più misurate le emissioni reali ma quelle supposte. L'esito è ovviamente improvvido per le auto di piccola cilindrata, ulteriormente penalizzate dalla perdita di potenza motore (in proporzione ben più vistosa) che non le auto di grossa cilindrata a seguito del montaggio del catalizzatore. Oggi auto come la Citroen 2Cv non si fanno più e le più moderne "piccole" i consumi ordinari della mitica francese se li sognano la notte e se si verificano le emissioni, senza criteri proporzionalistici, ma in assoluto, ovvero per quello che sono davvero, succede lo stesso: 16 Km/litro, (la mia vecchia Panda FIAT prima serie ne fa 17) sono il valore della nuova Smart for Two e sono un ottimo valore. Dunque un indirizzamento produttivo infausto dato a livello globale dai legislatori su commissione della stessa industria automobilistica.
francesco latteri scholten

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