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Desecretati atti FBI: la fuga di Adolf Hitler ed Eva Braun in Argentina.


L' FBI ha desecretato recentemente oltre 700 documenti inerenti indagini ed azioni di intelligence circa Adolf Hitler dal 1945 al 1950, da cui risulta praticamente con certezza che il Fuhrer non morì nel bunker a Berlino ma fuggì in Argentina dove si stabilì. I vertici dei servizi americani tra cui quelli dell' OSS, quella che sarebbe divenuta la CIA, e lo stesso FBI, non hanno mai creduto alla morte di Hitler come attesta la dichiarazione dell'allora capo dell'FBI Edgar Hoover: “gli ufficiali dell'esercito americano di stanza in Germania non hanno localizzato il corpo di Hitler e non c'è alcuna fonte attendibile che possa definitivamente sostenere che Hitler sia morto”. Sono parole sostanzialmente in linea con quelle dell'allora 


Ministro sovietico Vjaceslav Molotov: “Hitler non è nelle nostre mani”. Secondo la versione ufficiale che a tutt'oggi troviamo in tutti i libri di storia Hitler ed Eva Braun si sarebbero suicidati con una pasticca di cianuro e Hitler si sarebbe inoltre sparato un colpo in testa con una delle sue pistole; i corpi sarebbero poi stati dati alle fiamme. Ebbene l'autopsia effettuata sui resti dei due corpi hanno subito evidenziato delle forti incompatibilità: quello presunto del Fuhrer infatti apparteneva ad un uomo della statura di 165 cm contro i 172 di Hitler; quello presunto di Eva Braun apparteneva invece ad una donna di statura di 150 cm e presentava un notevole squarcio intercostale e sei grosse schegge nei polmoni dovuti allo scoppio di una granata. Secondo le dichiarazioni di un 


Tenente tedesco a Norimberga esisteva un piano per far fuggire Hitler già due anni prima della fine della guerra, dichiarazione che coincide sostanzialmente con l'attacco di ira furiosa e furibonda che Hitler ebbe dopo la sconfitta di von Paulus a Stalingrado. L'ultimo giorno in cui Hitler fu visto vivo nel bunker di Berlino è stato il 20 aprile del 1945, giorno del suo compleanno. Dalla testimonianza dell'Ammiraglio Karl von Puttkamer è noto che dieci aerei, tra cui uno con gli effetti personali di Hitler, decollarono il 21 aprile 1945 dagli aeroporti di Berlino Staaken e Tempelhof, mentre il 28 aprile la pilota collaudatrice Hanna Reitsch, appartenente alla stretta cerchia di Hitler decollò da Berlino con a bordo tra gl'altri il generale della Luftwaffe Robert Ritter von Greim. L'aeroporto di Tempelhof fu occupato dai russi solo 


dopo il 28 aprile. Il bunker di Hitler era collegato all'aeroporto tramite un tunnel della linea 6 della metropolitana lungo 3.5 Km che usciva alla fermata metro a 275 m dall'aeroporto ma collegata anche a questo, all'epoca, da un altro tunnel di circa 300 m, oggi ostruito. Gli aerei utilizzati per la fuga furono i Focke Wulf Condor 200 utilizzati per le ricognizioni a lungo raggio e con autonomia di 3.200 Km. La destinazione dei Condor fu la Galizia della Spagna di Francisco Franco dove la presenza tedesca era molto forte: i Condor atterrarono su una pista nei pressi della cittadina di Corneas e da lì Hitler fu portato al monastero di Samos a circa 200 Km da Vigo, guidato allora dall'Abate Mauro molto vicino a Franco. Al monastero Hitler fu visto da diversi testimoni, in particolare dagli operai che all'epoca 


lavoravano alla costruzione dei tunnel segreti. Dalla Spagna la fuga proseguì verso l'Argentina con tappa a Las Palmas nelle Canarie a bordo di un sommergibile: la distanza dalle coste spagnole a quelle latino americane è di circa 12.000 Km ed i sommergibili tedeschi avevano una autonomia di 14.000; le Canarie sono a circa 1.500 Km. In Argentina la destinazione fu quella della Berlino argentina ovvero San Carlos de Bariloche luogo di affluenza di molti criminali nazisti tra cui Reinhardt Koops della intelligence tedesca ed Erich Priebke responsabile della strage delle Fosse Ardeatine. Nei pressi di Bariloche si trova anche l'Hotel Eden, il più lussuoso della zona, di proprietà di Ina e Walter Eichhorn, grandi amici di Hitler ed in rapporto epistolare con lui. Hitler fu ospite dell'Hotel Eden e vi ritornò a più riprese anche successivamente. La 


destinazione finale è stata Casa Inalco, di proprietà di Jorge Antonio, capo della Mercedes Benz Argentina, finita proprio nel 1945; una villa sul lago, protetta da 180 ettari di fitta vegetazione, nascosta alla vista da due isole ed accessibile soltanto dal lago. Qui Adolf Hitler ed Eva Braun rimasero di sicuro sino al 1948 e probabilmente oltre.
francesco latteri scholten.

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