Di
primo acchito mi ha meravigliato e rallegrato l'immagine, fianco a
fianco sorridenti, di Diego Fusaro e Giorgia Meloni.
Meraviglia dovuta agl'inconsapevoli retaggi mentali di una concezione
politico ideologica che la Storia - ma non purtroppo molti media -
si è ormai lasciata alle spalle: destra, sinistra, centro.
Categorie che nel contesto postmoderno e nella realtà di una società
fluida hanno perso senso e significato. Schemi sorpassati che
darebbero insensatamente una collocazione opposta alla giornalista,
emerita Ministra Per la Gioventù (Governo Berlusconi IV) e
cofondatrice di Fratelli d'Italia ed al “Filosofo Rampante”,
curatore del più frequentato sito di filosofia italiano,
Filosofico.net. A ciò inducono anche alcuni titoli di importanti
opere di Fusaro – una per tutte, “Bentornato Karl Marx” - e
molte immagini importanti anch'esse: anzitutto con il suo Maestro,
Gianni Vattimo, ma anche altri grandi nomi: Eco, Galimberti,
Bodei. Mitiga un po' quella con Emanuele Severino. Di
Vattimo,
uno dei più importanti studiosi di Nietzsche – è
suo il bellissimo “Il soggetto e la maschera” -, fondatore del
“Pensiero Debole”, ho un ricordo personale: ce lo portò in
aula Mons. Antonio Livi, mio professore di Logica Aletica ed
assistemmo ad un dibattito filosofico formidabile. Ho incrociato più
volte nei corridoi Vattimo andando in decanato (Livi è stato anche
mio Decano); l'ultima insieme triste e rasserenato. Qualcuno ha
parlato di una conversione di Vattimo. Quello che è certo è che
Vattimo le proprie posizioni, peraltro non del tutto
incompatibili con il cattolicesimo, le ha cambiate insieme al suo
indirizzo politico. Così Fusaro dopo la laurea
all'Università di Torino, per il dottorato di ricerca è passato
alla cattolica sin nel nome, Università di San Raffaele. Si
delinea così però il contesto, l'orizzonte dal quale Diego
guarda a Marx: quello dell'idealismo tedesco e della tradizione
comunitarista. Al centro del sistema del Principe dell'idealismo
tedesco, Hegel, era posto, è
importante ricordare, il Dio cristiano
(cfr Fenomenologia dello Spirito) e la sua fondazione etica, è
altrettanto importante, era sviluppata a partire dalla famiglia (cfr
Lineamenti di Filosofia del Diritto). L'importanza di
quest'ultima è stata più volte sottolineata e difesa da Fusaro,
insieme alla necessità di tornare alla famiglia classicamente
intesa, posizione che lo avvicina assai a Giorgia. Non si
tratta più dunque di capovolgere Hegel, come voleva Marx. A
questi, tuttavia, Fusaro riconosce – come già Giovanni Paolo II,
Benedetto XVI e l'attuale Pontefice – la realtà del meccanismo
incrociato Merce – Denaro - Merce e Denaro – Merce – Denaro.
Il lavoratore porta al mercato la sua merce ossia il proprio lavoro
ne ottiene denaro con cui pagare la merce ossia il proprio
sostentamento restando escluso dall'altro ciclo, di fatto riservato
al capitalista, che porta al mercato il capitale, compra merce ossia
lavoro, che rivende per denaro.
Riconosce anche che questo
meccanismo porta alla fase ultima del capitalismo, dove il denaro non
è più investito in merci, industrie e strutture bensì nella
finanza, un accumulo in cui la persona è estraniata del tutto.
Diego però è pienamente uomo dei nostri tempi e perciò non vede
semplicemente, come la vide Marx, la ferocia del capitalismo
manchesteriano, cui si ispirerà Firestone cui, a sua volta si
ispirerà Hitler, bensì anche il limite dei diversi spiriti
rivoluzionari del Novecento che sulla scia di Marx, volendo uscire
dal capitalismo hanno solo di fatto istituito nuove forme di
capitalismo: il capitalismo di Stato. Ma, soprattutto, Diego
Fusaro è uno dei pochi che vedono l'ultima ferocia del
capitalismo che ha segnato la fine del Novecento e la realtà
attuale, la realizzazione del piano Kalergi: con il gender e la nuova
ideologia omosessualista distruggono la nostra procreazione e
al
tempo ci sostituiscono con i migranti. Come già per la famiglia, più
che di parallelismo con Giorgia Meloni si può a ragione sostenere
“piena identità di vedute”. Di più: se fossero lette da un
terzo, sarebbe assai difficile distinguere se le parole di un suo
recente articolo siano sue o di Giorgia: “Ormai dovremmo averlo
appreso. La furia del dileguare del cattivo infinito capitalistico
mira a sostituire la popolazione stabile e protetta da diritti,
radicata nel proprio territorio e nella propria storia, con
un'immensa massa di nuovi schiavi nomadi e precari che non hanno più
storia ma solo geografia e che figurano come puri atomi al
servizio dell'accumulazione flessibile, sempre pronti ad essere
sottoposti, come tutte le altre merci, ai processi di
delocalizzazione di cui beneficia sempre e solo l'aristocrazia
finanziaria. Da un lato
l'integralismo economico favorisce con
metodi che sono tutto fuorché idillici, processi di immigrazione di
massa. E, dall'altro, abbatte la crescita demografica nei Paesi
occidentali, i cui cittadini non sono ancora integralmente
ridotti al rango di migranti. Le aspettative decrescenti e la
rassegnazione depressiva, ma anche la disgiunzione della
sessualità dalla sua funzione procreativa (libertinismo
edonistico, ideologia gender, disgregazione della vita etica
familiare, elogio mediatico permanente di tutte le figure erotiche
altre rispetto all'eterosessualità) secondo un principio in parte
già teorizzato da Malthus determinano il calo demografico che sta
investendo il continente europeo” (Diego Fusaro, lettera 43, 13
giugno 2017). Dunque improcrastinabilità di un ritorno alla
famiglia, alla Storia, alla propria identità.
francesco
latteri scholten.
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