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La “seconda chance” finalmente per gli imprenditori: il nuovo codice della crisi.


Un binomio perfetto: la responsabilizzazione dell’imprenditore e i vantaggi previsti per chi si doterà di un assetto organizzativo adeguato. Il nuovo codice della crisi è una riforma epocale di grande civiltà giuridica ed aziendalistica che mira a salvaguardare le aziende, tutelando l'integrità e la sopravvivenza, riducendo possibilmente al minimo il fallimento, e così l’imprenditore non è più lasciato da solo. L’impresa viene considerata come un patrimonio, da migliorare e da salvaguardare e si preferisce favorire la sua continuità futura, attraverso la prevenzione e la tempestiva rilevazione della crisi, evitando concretamente il più possibile che si arrivi- da una crisi- a una irrimediabile insolvenza. Si chiama nuovo “Codice della crisi dell'impresa”, ma riguarda tutte le imprese (non solo quelle in difficoltà), perché anche un’impresa non in difficoltà è sempre migliorabile e perfettibile, non escludendosi che in futuro potrebbe, ahimè, entrare in una situazione di difficoltà finanziaria e/o economica. Tutti gli imprenditori, lungi dal fatturato o dal settore di appartenenza dovranno dotarsi di nuovi assetti organizzativi di impresa adeguati, fondati su analisi, controllo economico-finanziario e pianificazione-programmazione etc), che sono mezzi di gestione per migliorare l'impresa, facendola crescere in tutti i suoi aspetti, che vanno dalla gestione finanziaria e monetaria alla redditività e alla sostenibilità del debito e così via. A tal fine, emerge il ruolo del consulente economista di impresa: una figura professionale, non esterna all'impresa, anzi -di più- parte attiva della sua gestione strategica, che interviene nell'esclusivo interesse dell'imprenditore, sia per la crescita aziendale che per la prevenzione o superamento della crisi, prima che essa si manifesti o diventi irreversibile. 


La responsabilizzazione dell’imprenditore: cosa cambia? In questo contesto mutato si aggiunge la nuova responsabilità prevista per i singoli imprenditori e amministratori delle società. L’imprenditore, sia individuale che societario, è chiamato a istituire un assetto organizzativo e amministrativo adeguato alle dimensioni dell'impresa, soprattutto in funzione della tempestiva rilevazione della crisi e del monitoraggio della continuità aziendale. Se non vi adempie, risponderà personalmente e non solo patrimonialmente, a maggior ragione se la sua azienda dovesse trovarsi in situazioni di difficoltà economiche e finanziarie, oltre a eventuali responsabilità penali. Se, invece, 
virtuosamente si adegua ai nuovi assetti organizzativi ottiene i sottoelencati benefici: 1) nuovi e qualificati strumenti di analisi e controllo finanziario, che contribuiscono alla crescita dell’azienda, monitorandola costantemente e migliorandola e che, nei casi di difficoltà, prevengono in tempo utile e con largo anticipo eventuali segnali di crisi, consentendone il superamento. 2) Possibilità concreta di ottenere benefici, non di poco conto quali misure premiali e riduzioni di sanzioni e interessi nei confronti di INPS, Agenzia delle Entrate e enti della riscossione e dilazioni nei pagamenti. 3) Possibilità di ricorrere più agevolmente agli strumenti di regolazione negoziale della crisi(es. ricorso all’OCRI o all’OCC, accordo di ristrutturazione, transazione fiscale, piano di risanamento etc),
Agostino Alberto Di Lapi

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