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Radici crisi in M.O.: Nuova via petrolio per il Mediterraneo: oleodotto dal Kuwait alle coste mediterranee della Siria.


Venerdì 13, il venerdì nero del novembre di Parigi ha sortito i suoi effetti nei media e nell'opinione pubblica. Soprattutto ha sortito effetto tra la leadership politica globale: negli USA ora anche Hillary Clinton è favorevole all'invio di truppe di terra; Hollande ha risposto subito con raid aerei su Raqqa associandosi a Putin; la Russia ha colpito immediatamente le raffinerie del Califfato e Putin ha dichiarato dei terroristi "perdonarli spetta a Dio, a me spetta di mandarglieli...". Dalla Russia arriva anche la dichiarazione del leader del Partito Comunista Gennady Ziuganov secondo cui gli USA erano a conoscenza degl'attacchi di Parigi. La dichiarazione più sibillina è stata però quella di Amato: "anche la rinuncia al petrolio può contribuire alla lotta al terrorismo". Invero l'area mediterranea procede a grandi passi verso un affrancamento dalla dipendenza petrolifera mediorientale, sia grazie alla scoperta di nuovi giacimenti, sia al grande progresso delle rinnovabili: fotovoltaico, solare a specchi, eolico etc.. La Toyota Mirai, prima auto ad idrogeno è in commercio, quelle elettriche sempre più efficienti e diffuse. S'impone dunque una priorità assoluta per i Paesi produttori di petrolio: quella di un netto abbassamento dei costi per essere competitivi e per mantenere la dipendenza degl'altri Paesi. E, l'abbattimento può essere conseguito in maniera decisa per l'area mediterranea ad es. evitando la circumnavigazione della penisola arabica grazie ad un oleodotto che dal Kuwait giunga direttamente alle coste siriane. E' il contesto che darebbe finalmente conto in modo plausibile del defenestramento (e dall'assassinio di Saddam Hussein) e della messa in discussione di Assad. Anche l'agire di Putin assume subito contorni di lampante chiarezza. Si prefigura una divisione della Siria. Insomma Al Baghdadi ed il suo califfato del terrore sarebbe l'uomo sbagliato nel posto sbagliato... Oppure l'uomo giusto al posto giusto: giusto per giustificare un intervento armato. Occorre pur bene un precedente, come in Vietnam... E, chissà, magari Ziuganov dice il vero perché un massacro come quello di Parigi lo giustificherebbe ancora di più...
francesco latteri scholten

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