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Aborto, collasso demografico e caos immigrazione.




Cancellata in due anni (2013 - 2015) una città delle dimensioni di Messina: 350.000 abitanti. Se fosse stato fatto con una bomba atomica staremmo a parlarne, come per Hiroshima, ancora tra settant'anni. Invece in questo modo, quello della denatalità, la cancellazione è inapparente e quasi nascosta. Silenziosa come l'aborto, uno ogni cinque minuti secondo una pubblicità di una nota ditta di profilattici, che ha fatto storcere il naso. Più rumorosi sono invece le centinaia e centinaia di migliaia di migranti che ogni anno arrivano in quello che ormai è anche letteralmente il Vecchio continente, ad assicurare il ricambio generazionale ed arginare il collasso demografico. L'Italia ultima in Europa, ma gl'altri non stanno granché meglio di noi, è stata superata (in negativo) dal 2013 solo dai Paesi dell'est, soprattutto Polonia, Ungheria e 


Romania, quest'ultima con l'esclusione delle popolazioni Rom e Sinti che mantengono invece alta la natalità. Tuttavia, con ostinazione diabolica si continua a guardarvi in maniera separata (si parla o di migranti o di aborto o, quasi mai, di denatalità), anzicché nell'ambito di una visione d'insieme, perché questo, inevitabilmente implicherebbe il parlarne in termini concreti di connessioni sociali e di modelli di pensiero, di vita e di civiltà. Perché metterebbe in questione il modello vigente «progressista», la concezione «positiva» di tanti. Dunque rifiuti ed alzate di scudi. Ma anche, di contro, da parte dei migranti, rifiuti categorici, proteste, violenze e vandalismi contro un modello di cui essi, a differenza di noi, ben vedono i limiti e non a caso il bersaglio sono spesso le donne. L'Occidente infatti si muove in un orizzonte mentale 
che pretende essere «razionalista» «moderno» e non si avvede nel proprio egoismo edonista e materialista di 


concepire la persona ed il diritto, leggendo Cartesio al seguito di Nietzsche e Leopardi, al pari del giovane Platone. Ma così si resta, come bene evidenzia già Hegel, in un orizzonte astratto della concezione della persona e del diritto. Il diritto infatti diventa concreto, è quanto sottolinea sempre Hegel, quando con l'unione di un uomo ed una donna si passa alla procreazione ed alla famiglia e con questa alla società. Il diritto concreto perciò deve equilibrare ed armonizzare quelli astratti. Dunque, sempre con Hegel ma anche con John Stuart Mill e con il nostro Norberto Bobbio: il diritto della persona, dell'uomo e della donna, ma anche quello della famiglia e della società. Il diritto ad una gravidanza non solo voluta ma anche desiderata ma pure il sempre taciuto diritto del nascituro a nascere. E, come bene osserva Bobbio, il 


diritto ad una gravidanza non solo voluta ma anche desiderata, va esercitato a monte con l'esercizio di una sessualità responsabile e non a valle con l'aborto invece del profilattico, come osserva anche la pubblicità. Di fatto il razionalismo modernista dell'Occidente di oggi che legge Cartesio al seguito di Nietzsche e Leopardi, a differenza della sua ultramillenaria tradizione e cultura originaria incluso il cristianesimo fino al Vaticano I, resta nell'astratto e perciò fuori da un diritto autentico. Il fatto trova la sua concrezione più palese proprio nella figura della «donna» occidentale di oggi, che nulla ha più a che fare con la Donna della cultura Occidentale ultramillenaria. John Stuart Mill è stato uno dei primi e più vigorosi sostenitori della parità dei diritti, diritti concreti. Nessuno vuole dire alla donna occidentale di mettersi il Burka... Tuttavia, la donna occidentale di oggi quanto è ancora occidentale? Certamente solo molto minoritariamente è ancora «Mulier». Lo è invece la donna islamica. E, c'è un dato di fatto: la donna islamica fa figli, quella occidentale fa aborti. Le società islamiche hanno forte natalità e nessun problema demografico, quelle occidentali sono senescenti e moribonde...
francesco latteri scholten.

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