Angiolino non conta più «un casino». La trattativa di Gianfranco Micciché vince e lo conferma una volta di più vero Big di Forza Italia Sicilia. La convergenza su Nello Musumeci - già nettamente in testa ai sondaggi con forte distacco del pentastellato Cancelleri - cooptando al tempo stesso anche Armao in qualità di n°2, orienta anche in Sicilia nella direzione voluta da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Se tuttavia Meloni e Salvini avevano opposto un esplicito e fermo no ad Alfano, la trattativa di Micciché ha di fatto
realizzato ben di più: l'abbandono in massa degli alfaniani che hanno optato e stanno optando, anche con abbandoni eccellenti, per «Cantiere Popolare» di Saverio Romano. Dunque by, by NCD. Il NO ad Alfano si realizza non con un semaforo rosso, bensì con un partito parallelo ad NCD, Cantiere Popolare, in cui confluiscono gli ex alfaniani che non hanno trovato posto in Forza Italia. La cosa funziona, e a gonfie vele anche, e per Angiolino è ben peggio del NO secco di Giorgia Meloni e Matteo Salvini perché mina la sua base
politica lì dove era più forte: in Sicilia. Lo sfaldamento di NCD inoltre gli toglie il ruolo di ago della bilancia. Toglie anche un Ministro a Roma in quanto Angiolino non ha più palesemente quella forza per cui potè chiedere ed ottenere un Ministero a Roma. Anche il Governo nazionale PD perde un'altra stampella insieme ad un altro gradino di leggittimità. La sintonia del voto del 5 novembre con gli attuali sondaggi danno per ulteriormente improcrastinabili un rimpasto di Governo e le elezioni nazionali. La Sicilia cambia Roma.
francesco latteri scholten
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