Cade
quest'anno il 50° del sequestro e dell'uccisione (16 marzo, 9 maggio
1978) del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, e, sempre
entro la fine di quest'anno, dovrebbe esserci la santificazione di
Paolo VI (pontefice dal 21 giugno 1963 al 6 agosto 1978), riformatore
della Chiesa, colui che portò a termine il Vaticano II conferendogli
una connotazione non marxista. Paolo VI fu, insieme all'allora
Ministro Francesco Cossiga ed al Segretario del PSI Bettino Craxi,
uno degl'uomini che maggiormente si impegnarono per la vita del
Presidente DC durante il sequestro. Insieme agl'altri due fu uno
degl'uomini che ne ebbero la maggior stima personale. Al tempo
stesso, come gl'altri due, ne fu uno
dei nemici più irriducibili sul
piano religioso e politico culturale. La realtà all'epoca, del
“compromesso storico” è stata bene sintetizzata da un buon
Michele Placido in una scena di “Romanzo criminale”: “la verità
è che a Berlino c'è un muro e finché c'è quel muro qui non deve
poter cambiare nulla”. Il progetto Moro/Berlinguer è anche
l'uscita da Yalta. Contro Enrico Berlinguer in visita nei Paesi
dell'Est ci fu un attentato (Sofia in Bulgaria, 1973) da cui si salvò solo grazie all'abilità
del suo autista personale che si era portato con sé: i sovietici ed
il KGB così come gl'altri Paesi dell'est non volevano. Non volevano
gli USA e la CIA né i Paesi dell'Ovest. Dal gruppo BR che sequestrò
Aldo Moro si dipartono fili che portano alla CIA ma anche, si veda
“la duchessa”, fili che portano al KGB. Le
radici della svolta
accadono proprio in Vaticano appena un paio di mesi dopo, il 6
agosto, con la morte di Paolo VI, l'elezione di Giovanni Paolo I, la
sua morte dopo appena un mese e l'elezione di Giovanni Paolo II il 16
ottobre 1978. “Un uomo venuto da molto lontano...” canterà
Amedeo Minghi, un uomo segnato dalla brutalità feroce sia della
dittatura nazista che di quella comunista. Un Papa lavoratore, ma
anche drammaturgo e poeta, uomo di grande e provata Fede e uomo del
suo popolo. Vicino ai lavoratori li sostiene questa volta da Papa.
Solidarnosc fa tremare la Polonia e con essa l'Unione Sovietica. C'è
una svolta persino al Cremlino dove l'undici marzo 1985 è eletto
Segretario Generale del PCUS Michail Gorbaciov, un cristiano credente
in segreto che avvia la “Perestroika”, una democratizzazione del
PCUS e,
soprattutto, un orizzonte nuovo per i rapporti Est/Ovest. Il
9 novembre 1989 cade il Muro. E' una caduta che toglie il “... qui
non deve poter cambiare nulla”. E infatti i cambiamenti, anche in
Italia, ci sono. Anzitutto uno fondamentale, cui nessuno dei tanti
politici corrotti ha pensato: non c'è più la CIA a coprire le loro
porcherie per tema che l'Italia finisca nella sfera sovietica.
L'esito è devastante: Tangetopoli e la fine della Ia Repubblica. Il
secondo è che la stretta di mano tra Moro e Berlinguer, interrotta
in via Fani il 16 marzo 1978 è ora di nuovo possibile e di fatto
viene attuata, facilitata anche dalla scomparsa del PSI: nasce l'
“Ulivo” e poi le varie mutazioni sino al PD. Ebbene, se si
analizza alla luce dei
Vangeli, del Magistero e della Tradizione
Cattolica la politica e l'indirizzamento sociale già dagl'anni '70
sino ad oggi delle correnti socio politche e culturali che quella
stretta di mano rappresentava si vede una realtà innegabile:e
quella che a monte di essa vi sia – nonostante molti apparenti
parallelismi e similitudini sul piano sociale - una concezione
antropologica non solo non cristiana, ma anzi incompatibile con il
Cristianesimo. Incompatibili con la “Humanae Vitae” (25 luglio
1968) di Paolo VI ma anche con la “Familiaris Consortio” (22
novembre 1981) di Giovanni Paolo II, posizioni sostenute invece già
ai suoi tempi anche da uno dei maggiori intellettuali della sinistra
italiana, Pier Paolo Pasolini che le rivendicava semplicemente in
nome un autentico razionalismo umanista. Posizioni insomma
radicalmente incompatibili con ideologie Gender e LGBT, bimbi in
provetta, uteri in affitto, farmaci che arrestano lo sviluppo del
sesso negli adolescenti, matrimoni gay, eutanasie e quant'altro. Ed è
di smarrimento che proprio su questi temi ed in queste realtà i post
cattocomunisti abbiano posto in essere le politiche che a suo tempo
furono quelle di Adolf Hitler senza però, a differenza di quelle di
quest'ultimo, i forti incentivi e sostegni per le nascite. Questo
modello, fortemente portato avanti ed incentivato sui media ha
portato all'attuale società caratterizzata da drammatica denatalità,
senescenza e morte. Paolo VI bene vedeva questa diversa concezione
antropologica e con forza la denunciava e se ne distanziava. Sulle
sue orme si sono sempre posti Giovanni
Paolo II e Benedetto XVI così
come Francesco. Quella stretta di mano era inconciliabile con un
cammino Cristiano e ne segnava anzi l'uscita. Paolo VI aveva ben
visto anche, ahimè, l'incidenza che quella stretta avesse sul mondo
cattolico, inclusi i sacerdoti ed i religiosi e giustamente e con
piglio sicuro aveva parlato de “il fumo di Satana” nella Chiesa.
Francesco
latteri scholten.
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