Impermeabile
alle fatiche della campagna elettorale ed ai fasti di una vittoria
plebiscitaria, festante per poter tonare ad occuparsi della propria
cittadina, non obliata peraltro neppure nel periodo romano, per il
ritorno alla poltrona più alta di Palazzo Faraci il Senatore emerito
sfoggia non l'affabilità che gli è congenita, bensì quella dei
“giorni migliori”: “Nino, ora mi consegni le chiavi di casa...”
è la prima battuta, scherzosa, con cui Bruno Mancuso prende la
poltrona. Il discorso poi diventa serio: “nessuno è Mago, o
Profeta, o Messia... senza di voi non vado da nessuna parte... già
da qualche tempo prima delle elezioni, quando ormai la vittoria era
sicura, pensavo a cosa fare per Sant'Agata. Ebbene Sant'Agata ha
bisogno di impegno anzitutto per i servizi e le strutture. L'acqua,
la sanità, i rifiuti... non si possono negare ai cittadini i
servizi. Ci sono poi i giovani, soprattutto i precari, c'è il
volontariato... fanno un lavoro importante che è spesso, per non
dire quasi sempre, sottostimato e sottovalutato. C'è la sostituzione
dei
pensionandi e qui ci stiamo impegnando per l'inserimento dei
precari. In quest'ambito è importante il superamento di una
mentalità, dovuta ahimè a diversi casi negativi, per cui si vede
l'impiegato pubblico come quello che timbra il cartellino e va via
quando nella maggior parte dei casi i dipendenti pubblici lavorano
tanto, con impegno e dedizione. Va perciò migliorato l'approccio dei
cittadini. Desidero che i cittadini amino Sant'Agata come noi. Il mio
impegno personale è quello di creare armonia e sinergie per il
funzionamento
della macchina comunale. Sarà questo il mio impegno
per i primi 100 giorni: sarò il Sindaco di tutti e difenderò i
diritti di tutti, anche di chi ci ha contestati. Con il vostro aiuto
faremo rifiorire Sant'Agata.”
francesco
latteri scholten.
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