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Il Presepe ovvero l'icona ProLife per eccellenza.


Il Presepe è l'icona “ProLife” per eccellenza. Già gl'antichi greci condividevano quanto magistralmente sintetizzava il grande Aristotele, ovvero che solo Dio è Vita e lo è nel senso più proprio e pieno e che perciò solo Egli potesse darla. E' il concetto sotteso anche alla circoncisione giudaica con la quale si “offriva” a Dio la propria sessualità in cambio della fecondità, della prolificità. Platone, maestro di Aristotele, nei suoi scritti più maturi – già nel magnifico “Il Simposio” e segnatamente ne “Le Leggi” - indica quale forma più dignitosa ed unica antropologicamente valida ed autenticamente etica della sessualità quella finalizzata alla procreazione. L'uscita da questa concezione comune al giudaismo ed alla filosofia greca ed il volgersi al politeismo pagano insieme alla corruzione dei costumi originari da 


parte dell'Impero Romano ha causato in esso la grave crisi di natalità, meglio la grave denatalità che ne hanno portato la fine. La concezione che solo Dio è propriamente Vita e dunque può darla e portarne all'uomo l'esempio più pieno è senz'altro realizzata in pratica nella incarnazione di ns Signore. Le prime formulazioni scrittorie sono quelle dei Vangeli di Matteo e Luca, il protovangelo di Giacomo e gli Apocrifi. La raffigurazione pittorica più antica esistente è quella delle Catacombe di Santa Priscilla sulla Salaria risalente al terzo secolo. Dobbiamo il presepe “classico” come oggi lo intendiamo alla grande figura innovatrice della Chiesa nel XII° secolo: San Francesco d'Assisi. Francesco, colpito durante un viaggio in Terrasanta dalla visita a Betlemme ottenne da Papa Onorio III di poter evocare la scena della natività nella località di Greccio che riteneva molto simile a Betlemme. L'evocazione è descritta da 


Tommaso da Celano, biografo di San Francesco e ripresa da uno dei francescani più autorevoli di sempre, dopo Francesco, ovvero San Bonaventura da Bagnoregio: “I frati si radunano, la popolazione accorre; il bosco risuona di voci, e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L'uomo di Dio [Francesco] stava davanti alla mangiatoia, pieno di pietà, bagnato di lacrime, traboccante di gioia, Il rito solenne della messa viene celebrato sopra alla mangiatoia e Francesco canta il Santo Vangelo. Poi predica al popolo che lo circonda e parla della nascita del re povero che egli [...] chiama "il bimbo di Betlemme". Un cavaliere virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, messer Giovanni di Greccio, affermò di avere veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo bimbo addormentato che il beato Francesco, stringendolo con 


ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno.” E' la descrizione ripresa da Giotto per la realizzazione del celebre “Presepe di Greccio” che adorna la Basilica superiore di Assisi. Da Greccio il presepe si diffonde inarrestabile prima in tutta l'Italia e poi in tutta Europa andando ad affiancare “l'Albero” appartenente prevalentemente alla tradizione nordica. E' tutt'ora viva anche la pratica inaugurata proprio da San Francesco d'Assisi del “Presepe vivente” concretata da tantissime comunità cristiane sparse in tutta Europa, culminanti proprio nella celebrazione della notte tra il 24 ed il 25 Dicembre: la celebrazione del compleanno di ns Signore Gesù Cristo una delle Feste più belle.
francesco latteri scholten.

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