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Washington Post: con San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI come con Enzo Tortora.


Il “Washington”, da sempre l'artiglieria pesante del modernismo, ultimamente segnatamente di quello Obamaclintoniano tira ad alzo zero contro San Giovanni Paolo II e contro Benedetto XVI. La motivazione è la stessa per la quale a suo tempo il modernismo in Italia sparò ad alzo zero contro Enzo Tortora. Di cosa era davvero colpevole il noto e familiarissimo presentatore TV? E' facile: aveva creato una trasmissione – la trasmissione di maggior successo dell'epoca – in cui erano messi al centro i valori tradizionali: la Vita, la Famiglia, la Persona. Ne aveva dipinto il valore e la bellezza. E, il popolo italiano in massa vi si era riconosciuto ed identificato. Tutto questo per di più, non da parte di un conservatore retrogrado, bensì da un uomo solare, aperto, dialogativo. Così, fallito sia negli USA che nei Paesi dell'Est Europa, ma anche in molti altri, compresa l'Italia, l'imposizione da parte delle lobbies Obamaclintoniane di un nuovo pontificato più “ligio”, occorreva qualcosa di nuovo. Anche addirittura nella progressista Italia i fedeli sono rimasti sostanzialmente attaccati alla grande e bimillenaria tradizione cristiana e si sono schierati a seguito delle ultime e più grandi icone del cattolicesimo classico: San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Inutile e fallimentare l'attacco teologico dottrinale e soprattutto fallito quello mediatico e popolaristico, occorre qualcos'altro. Si apre così l'opzione “Enzo Tortora”: colpire direttamente l'immagine, l'icona per distruggere con essa ciò che è dietro ad essa e che essa porta con sé: la bellezza dei Valori: la Vita, la Famiglia, la Persona. 


Di chi è araldo il “Washington”? Del Modernismo finto umanitarista di Obama e della Clinton, alcuni dei collaboratori della quale sono dimostrati (vicissitudini messe a nudo negli ultimi mesi delle scorse presidenziali) vicini al satanismo di Thelema e che sostiene a tutt'oggi l'aborto sino al momento del parto, cose che insieme le hanno fatto perdere la competition contro Donald Trump. Dietro il modernismo neo umanitarista Obamaclintoniano ci sono il Gender, l' LGBT, l'aborto, l'eutanasia e, soprattutto gl'interessi plurimiliardari di Planned Parenthood, e dell'industria farmaceutica delle staminali, degl'organi, della procreazione in provetta etc. Un progetto che in chiave moderna riporta pari pari quello che già si proponevano sia Hitler che Stalin. L'attacco di queste lobby portato all'interno, ahimè, della Chiesa stessa non ha portato quegli esiti popolari e di massa che ci si attendeva, anzi. Negli USA ha trionfato e trionfa il ProLife e ProFamily Trump, in Russia Putin, nei Paesi dell'Est il tradizionalista cattolico Viktor Orban, in Italia Matteo Salvini. Ecco allora l'idea, già ben collaudata proprio in Italia: l' “Opzione Enzo Tortora”. Ed ecco subito, 


come già allora, comparire le più squallidamente fantasiose delle infamie corroborate, come allora, da tanto di schiaccianti prove contro un uomo mite, tranquillo e, soprattutto, innocente e, di più: PerBene. Prove atte al fine: la distruzione dell'icona, ovvero la condanna. Oggi tutto si ripete salendo di livello: non più l'Italia ma gli USA e le cannonate provengono dal Washington anzicché dalle testate nazionali dei progressisti nostrani, solitamente a servizio peraltro di quelli USA. E questo lascia perplessi: il Vaticano infatti è, geograficamente, in Italia. Come mai non se ne sono accorti per primi i nostri soliti noti esperti in Cloache massime? Come mai i primi a trovare (o a costruire? Come con Enzo Tortora...) sono direttamente i mandatari al di là dell'oceano e non gli scagnozzi nostrani con i loro amici topi delle fogne tiberine?

francesco latteri scholten.

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