Sono
migrazionistiche e strettamente legate alla storia della Gran
Bretagna – oltreché legate all'alta finanza – le ragioni della
Brexit. La questione dei “migranti” in Inghilterra
– a differenza che nel ns Paese – non riguarda in primis gli
extracomunitari, bensì invece proprio i cittadini provenienti dalla
UE. La Gran Bretagna non ha aderito sin dall'inizio al trattato
per la libera circolazione delle persone (Schengen) e
da sempre punto cardine del rapporto con la UE è stato proprio la
evoluzione di questo tema, si veda Atto Unico Europeo e seguenti. Si
tratta di una realtà che si intreccia con l'altra, quella economica
e dunque della libera circolazione delle merci. Mentre
l'Italia è strettamente legata alla UE dove colloca la maggior parte
del proprio export (67.5%), l'Inghilterra è strettamente legata
al proprio ex impero britannico e dunque ai Paesi che
ne hanno fatto
parte, i Paesi del Commonwealth, nonché agli USA. Mentre con
questi il rapporto negli ultimi decenni si è mantenuto
lineare quello con la UE è stato connotato da due realtà ben
diverse: la decrescita dei rapporti commerciali e l'incremento
inusuale della migrazione specie con l'allargamento della UE ad
est del 2004 (Polonia Ungheria e Paesi Baltici) e del 2007 (Romania e
Bulgaria). Segnatamente la presenza degli immigrati UE in GB tra
il 2004 e 2017 è passata dal 8.9% al 14.4% della popolazione totale
ovvero 9 mln su 65 mln abitanti con una crescita di origine europea
da 1.5 a 3.7 mln ovvero +148% (al primo posto i polacchi con
922.000 persone) contro una crescita extra UE del + 51%. La
sperequazione con la migrazione dai Paesi Commonwealth ha anche un
riusvolto politico in
quanto in qualità di cittadini dell'ex
impero i cittadini Commonwealth hanno diritto di voto politico in GB.
Le ultime politiche del Regno Unito, che hanno posto la Brexit al
centro, sono invero disunitive per l'Inghilterra in quanto ai
trionfi del probrexit Boris Johnson fanno da contraltare gli esiti
altrettanto trionfalistici degli antibrexit in Irlanda e Scozia
che riattualizzano antiche e storiche conflittualità. Un ruolo nelle
elezioni ha avuto anche l'antisemitismo di Corbyn proprio a certa
sinistra ed agli ambienti extraeuropei il cui riacutizzarsi ha
portato giusto allarme tra la comunità ebraica e soprattutto negli
ambienti dell'alta finanza ad essa legati. Insomma il rapporto
Inghilterra UE dagli inizi alla Brexit di oggi sembrerebbe la prova
provata delle tesi che recentemente Alexandr Dugin ha ripreso
da Carl Schmitt ovvero quelle che pongono il centro del
proprio sviluppo politologico nella distinzione tra Nazioni di Terra
e Nazioni di Mare. Per il politologo russo EurAsia (Europa e Russia)
sono Nazione di Terra e l'Inghilterra è classicamente Nazione di
Mare ed il contrasto tra le due tipologie è naturale.
francesco
latteri scholten
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