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Schwab novello Nerone/Diocleziano: la costituzione dell’ Impero secondo Antonio Negri.



Se a mettere in evidenza la formazione delle strutture e delle metodologie oppressive dell’Impero è soprattutto Michel Foucault - che bene osserva come siano l’esito della “messa a punto, tra il XVI ed il XIX secolo di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili ed utili al tempo stesso. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze.” (Michel Foucault, “Sorvegliare e punire”) – è ad Antonio Negri che si deve l’analisi della costituzionalizzazione dell’Impero. Un ruolo chiave in essa ha la nascita delle Nazioni Unite: essa “rinnovò, consolidò ed estese lo sviluppo dell’ordine giuridico internazionale che era stato inizialmente europeo e che si allargò progressivamente fino ad abbracciare l’intero globo. Le Nazioni Unite possono essere infatti considerate come il vertice che, a un tempo, rivela i limiti del concetto di ordine internazionale e indica, al di là di esso, una nuova nozione di ordine globale” (Antonio Negri, Impero). Le Nazioni Unite infatti per un verso riconoscono e legittimano e quindi rinviano ai vecchi Stati nazionali, ma per l’altro rinviano il diritto sovrano ad un reale centro sovranazionale. Si tratta di una concrezione delle tesi del giuspositivista di ferro Hans Kelsen che affermava che il sistema giuridico internazionale (meglio: sovranazionale) andava concepito come suprema fonte di ogni singolo ordinamento e costituzione giuridica. Rispetto a questa suprema istanza gli ordinamenti nazionali sono un impiccio da superare e, comunque, questa suprema istanza si arroga una propria logica ed anche una propria etica in quanto porrebbe fine ai conflitti tra Stati di potenza diseguale ed instaurerebbe un’idea di eguaglianza. Alla fine è quanto avevano già idealizzato gli scellerati illuministi. Tuttavia, motore di ciò è la globalizzazione della produzione capitalistica: “la globalizzazione non è solo uno stato di cose, bensì una fonte di definizioni giuridiche che tende a determinare un’unica configurazione del potere politico sovranazionale” (ibidem). La dinamica etico / politica dell’Impero è invero antica risalendo all’Impero Romano che comprendeva categorie giuridiche e valori etici universali diretti da un solo soggetto e che dà sia la pace sociale sia le verità etiche e che se necessario combatte le guerre giuste contro barbari e ribelli. Tutto ciò prosegue nel Sacro Romano Impero. L’idea di Bellum Justum è oggi in piena rifioritura, tuttavia “Lungi dall’essere una mera riedizione di nozioni antiche o medievali il concetto presenta autentiche e fondamentali innovazioni (…) essa è divenuta un atto che si giustifica da sé. In particolare, vi sono due elementi che si intrecciano in questo concetto di guerra giusta: inanzi tutto la legittimazione dell’apparato militare nella misura in cui è fondato eticamente; quindi l’efficacia dell’azione militare per ottenere l’ordine e la pace desiderati. La sintesi tra questi due elementi costituisce un fattore chiave nella costituzione di una nuova tradizione imperiale.” (ivi). Ma, soprattutto: “Come Tucidide, Livio e Tacito ci hanno insegnato (insieme a Machiavelli, commentatore delle loro opere), l’Impero non è 




fondato solo sulla forza, ma sulla capacità di rappresentare la forza come se fosse la servizio del diritto e della pace.” E, in questo contesto, lo strumento con cui il potere sovranazionale penetra e struttura le leggi nazionali è – come voleva già Carl Schmitt – la crisi e perciò l’eccezione: è infatti in nome dell’eccezione che è statuito un diritto reale che è un vero e proprio diritto di polizia di fatto (si veda ad es. la recente pandemia). E’ così che il potere imperiale penetra e riconfigura il diritto interno degli Stati nazione e, in questo modo il potere internazionale determina dall’alto la configurazione del diritto interno. Si tratta di una disamina del tutto condivisibile nella quale però – anche per l’impostazione scelta da Antonio Negri – mancano due aspetti, anch’essi peraltro già riscontrabili nell’Impero dell’antichità:

1 la connotazione fondamentalmente razzista e classista dell’Impero specie delle sue classi dominanti;

2 in gran parte derivante dal precedente, il satanismo o demonismo delle élites.

Il primo aspetto si intreccia con l’elemento religioso – assumendo dunque anche una connotazione etica sia pure negativa – sia giudaico che romano. Per il giudaismo si guardi alle tante citazioni e rivendicazioni sia dell’Antico che del Nuovo Testamento ove si rivendica il fatto di essere “fiogli di Abramo” e dunque “Popolo Eletto”, di essere “i Puri”, i latori della vera religione e del vero Dio. Una appartenenza non in senso accoglitivo e perciò unitivo (sarà la giusta critica di ns Signore) ma in senso distintivo e perciò divisivo. Nell’ambito di questa prima e più lata appartenenza si colloca poi l’altra più affinitiva: l’apparteneza a questo o quel casato o famiglia. L’aspetto non cambia passando dal monoteismo giudaico al politeismo romano: si è “Cives Romani”, anche qui “Popolo Eletto” guidato dal favore degli Dei – si pensi solo all’Eneide - , e, affinando l’appartenza, alla “Gens”. E’ il contesto del secondo elemento che lega il primo strettamente al Potere che è sempre legittimo ed etico in quanto promanante dagli “Eletti”. Esso diviene così potere per il potere (e quindi satanismo), diviene culto e assolutizzandosi diviene autoproclamazione della figura e della persona dell’Imperatore quale divinità (si pensi alle affermazioni degl’Imperatori romani di essere Divus ed a quella di Schwab che rivendica il pogtere divino del WEF). E qui, rispetto all’antico Impero quello di oggi fa un deciso salto di qualità: esso diviene culto demoniaco dichiarato ed adesione dichiarata da parte anche dei massimi esponenti dell’Impero di oggi: si pensi all’adesione al rituale satanico di Thelema ad es. di Rotschild o della Clinton, entrambi legati alla satanista Abramovic. Si tratta di adesioni che condizionano ed influenzano pesantemente la costituzionalità, la giuridicità ed il diritto dell’Impero: si pensi alla rivendicazione di attuazione giuridica dell’aborto sino alla nascita propugnato dalla Clinton. Questi due aspetti – razzista e demoniaco – connotano la incapacità dell’Impero di confrontarsi in un mondo ormai sempre più multipolare come ben sottolineato da Alexandr Dugin. Si pone qui l’aspetto divisivo dell’essere “Eletti”, tanto per il giudaismo quanto per il cives. Il disconoscimento degli altri popoli e culture: gl’Infedeli ed i Barbari. Ed è proprio qui che scaturisce la conflittualità e la guerra della realtà mondiale attuale che va sempre più rivendicando la propria identità e dunque autonomia, che equivale - dal punto di vista dell’Impero e delle sue élites - alla rivolta.

francesco latteri scholten

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