Il
"Cult" della società contemporanea - e non solo
Occidentale - è la violenza. Ed è la violenza ad accomunare il
giovane Imam ventiduenne, che passa giornate davanti a filmati
inneggianti alla violenza ed il restante tempo a tentare di ideare
stragi di massa e la ricerca per le strade di Roma di qualcuno da
ammazzare per vedere cosa si provi da parte di altri due giovani,
Foffo e Prato. La connotazione ultima della società contemporanea è
la desacralizzazione, portata a termine nel corso di un cammino
plurisecolare in cui era primariamente il Sacro a connotare i tempi e
lo spazio. Le figure segnanti erano dapprima i Profeti ed i Santi che
tali erano perché la violenza aborrivano e perseguivano un percorso
di amore e libertà. San Francesco d'Assisi ne è stata l'ultima e
più insigne figura. Già ben prima di Francesco però comincia la
collusione tra religione e potere così che essa inizia la propria
riduzione a culto formale ed esteriore per divenire prima
assimilazione di un modello sociale e quindi imposizione di esso. La
violenza entra così prepotentemente nelle religioni stesse: è il
tempo delle guerre di religione sia al loro interno, sia,
all'esterno, tra le diverse. Nascono così le crociate, le guerre tra
Cristianesimo ed Islam, cui fanno presto seguito le guerre intestine
tra "cristiani": guelfi e ghibellini, cattolici,
protestanti, calvinisti etc.. Per l'Islam accade lo stesso sino ai
nostri giorni. La ferocia del Dio Violenza in seno alle religioni
giunge all'apoteosi. Il giovane Imam somalo, al pari di tanti (anche
cristiani) che lo hanno preceduto e che lo seguiranno, è espressione
di questo stadio. Ma è qui ed è così che inizia anche il
plurisecolare percorso del discredito delle religioni. Nietzsche lo
formulerà apertamente: Dio è morto, perché così lo si è ucciso
e, significativamente, l'ultimo Papa è l'ultimo assassino di Dio.
Parallela a ciò è la desacralizzazione della società con la
marginalizzazione di tempi e spazi Sacri e, soprattutto, l'obblìo
del Santo. L'obblìo del Santo è però la più perniciosa delle cose
ed i pericoli che esso comporta sono sempre stati in tutti i tempi i
più grandi e portatori delle massime calamità. Michel Foucault ne
"L'ermeneutica del soggetto" ben ne evidenzia quella più
immediata: la caduta di un riferimento per il soggetto per la propria
ermeneusi e quindi per l'ermeneusi della società in cui si trova e
per quella del mondo. "Chi ci ha dato la spugna per cancellare
l'intero orizzonte? ... e dove sono ora il sopra, il sotto, l'avanti
ed il dietro? ... dove è il senso? e, ve ne è ancora uno?"
scriveva già Nietzsche (Gaia Scienza af. 125). Manuel Foffo è
espressione di quest'altro stadio connotato da un falso edonismo
puramente fine a sè stesso: uccidere per vedere cosa si provi. Carl
Gustav Jung mette in evidenza invece la realtà più perniciosa di
tutte, la più occulta, ovvero come a questi cambiamenti
corrispondano mutazioni degl'archetipi dell'inconscio collettivo e
dunque delle pulsioni sia individuali che sociali che sempre hanno
caratterizzato nella maniera più feroce e sanguinaria i grandi
cambiamenti epocali delle connotazioni della società. A ciò
contribuiscono in maniera estremamente forte i mass media
contemporanei portatori ahimè sempre più di violenza, immagini di
violenza ed istigazione alla violenza. E' il mercato: si dà ciò che
la gente chiede e per cui è disposta a pagare, a prescindere se ciò
sia opportuno e se sia Bene. Gli stessi archetipi dell'inconscio
vengono così ad essere connotati dalla violenza. Violenza purché
sia: religiosa, ideologica, criminale... e perché no? Edonistica,
magari addirittura estetica...
francesco
latteri scholten.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.