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Porsche: il Mito compie 70 anni.


Festa per il Cavallino rampante di Stoccarda che celebra il “Porsche 70 anniversary”, riferendosi, evidentemente alla prima vettura in serie, la 356, del 1948. Invero Ferdinand Porsche aveva fondato l'azienda che porta il suo nome nel 1931. La prima vettura, la P Wagen, è acquistata e realizzata da Auto Union, che diverrà Audi, 


ed è subito leggenda: motore posteriore (bisognerà attendere gl'anni '50 per vedere ripresa questa soluzione) da 6.0 litri di cilindrata, con compressore volumetrico, telaio in cromomolibdeno e carrozza in alluminio, 520 CV e 407 Km/h, record dell'epoca. Con Bernd Rosenmayer la vettura fu, insieme a Mercedes, la protagonista assoluta 


delle corse nel 1936. Del resto, dire Mercedes era dire di nuovo Porsche: la mitica SSK, dominatrice delle corse fine anni '20 e primi anni '30 era una creatura di Ferdinand. La 356 porta il marchio Porsche e lo scudetto che sarà famoso con il cavallino rampante di Stoccarda, ma prende telaio e meccanica dal primo grande successo “di 


massa” di Porsche: il maggiolino VolksWagen. L'idea invero non fu di Porsche, bensì di Adolf Hitler, il quale, di contro ad un'industria automobilistica tedesca dell'epoca dedita prevalentemente alla produzione di auto di lusso, voleva un'auto popolare dal prezzo accessibile per la 


motorizzazione del popolo tedesco. La GESTAPO fu quindi incaricata di trovare il miglior ingegnere automobilistico e convocarlo. Fu convocato Ferdinad Porsche cui furono dati i punti di massima della nuova vettura: un'auto in grado di portare a 120 Km/h cinque operai o tre 


soldati e due mitragliatrici, in grado di percorrere 100 Km con 7 litri di carburante e dal costo non superiore a 10 mesi di paga di un operaio. Del Maggiolino la 356 riprende struttura portante e motore da 1.1 litri di cilindrata, ma utilizza una carrozzeria ultraleggera in alluminio battuto ed assetto ribassato. Ne risulta una vettura dalle prestazioni brillanti che andranno 


vieppiù migliorando con il progressivo incremento della cilindrata ad 1.2, 1.6 e 2.0 litri. Affidabilità, tenuta di strada, leggerezza e prestazioni brillanti fanno della vettura un assoluto punto di riferimento e la rendono ambita per VIP e protagonista del cinema. La 356 sarà prodotta fino al 1966, ma nel 1963 sarà affiancata da una vettura concettualmente simile ma di categoria superiore, e questa diverrà il definitivo Mito Porsche: la 911, icona di 



riferimento della casa, con regolari ammodernamenti e restayling anche radicali, sino ad oggi. Il motore è sempre posteriore, raffreddato ad aria, come nel maggiolino e nella 356, ma i cilindri non sono più 4 bensì 6 anche se è mantenuta sempre la classica disposizione “Boxer”, ossia i cilindri sono uno di fronte all'altro come due pugili. Ne risulta una fluidità inferiore a quella di un motore con disposizione a “V”, ed anche di un “cilindri in linea”, ma in compenso più forte. Per 



le corse i successi arrivano a fine anni '60 e primi anni '70 con la mitica 917 che nella versione “Le Mans” segnerà il record di velocità sul circuito a 397 Km/h sul leggendario rettilineo (13 Km) dell'omonima pista. In “formula 1” i successi arrivano nel 1984 ed 85 con la vittoria dei mondiali con le McLaren – Porsche. Per il futuro, la casa fondata da Ferdinad può a ragione citare il 



motto “... il futuro è solo il ricordo di uno stupendo passato”: le vetture elettriche ed ibride cui si volge fanno infatti parte degli inizi della carriera di Porsche: è nel 1900 che con successo Ferdinad realizza la Lohner-Porsche con un motore elettrico per ogni ruota ed è sua la prima auto ibrida in assoluto: la Mixte Hybrid a trazione integrale... Insomma: buon compleanno ed auguronissimi.
francesco latteri scholten.

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