E'
significativo molto che il commento più adeguato alle vicende
drammatiche di Francia sia proprio quello di Enrico VII, Conte di
Parigi e legittimo erede al Trono di Francia: “L'irresponsabilità
e l'impunità dei nostri responsabili mettono in esergo la drammatica
realtà di una vacanza del Potere”. Quella infatti che va a fuoco è
la Francia più celebrata, quella degli Illuministi, che ha portato
ad una società senza storia, senza radici, senza valori e dunque
senza identità in nome di ideali che perseguono una società
edonista e materialista cui unico dio è alla fine, cadute tutte le
maschere, il denaro ed invero costruiscono una società povera,
denatale, senescente ed agonitica con l'uomo ridotto
non solo a
bestia ma a numero ed è significativa l'osservazione di Benedetto
XVI che il demonio sia l'unico essere a non avere un nome proprio ma
ad essere designato da un numero: 666. E' la morte degli
Enciclopedisti, dei Diderot e d'Alambert, ma anche quella di
Rousseau, Robespierre, Saint Just e di tutti gl'altri Testa di Cazzo
che si sentono il Sale della Terra: la morte della Rivoluzione
Francese, l'abominio che è stato capace in un pugno di anni di fare
più morti nella sola Francia che l'Inquisizione in quattro secoli in
tutta Europa. E' infine la morte del '68, frutto marcio delle stesse
radici e della mancata conversione allo Stalag XII D di Treviri nel
1940 (dove compose Bariona il miglior pezzo del Novecento sulla
natività di ns Signore) di
Jean Paul Sartre da cui “L'Essere ed il
Nulla” trova il suo necessario seguito nei “Cahiers pour une
Morale” scritti subito dopo, nel 1948, ma pubblicati postumi perché
senza fondamento metafisico e Sartre stesso non era un
antimetafisico, anzi. Ma che fondamento può esserci se Dio non
esiste, “l'uomo (come già per San Tommaso ma per lui Fondamento
era Dio) è l'essere che non ha e non può avere fondamento in sé”...
Ci potrebbe essere la società: ma se è quella nazista di Hitler o
quella stalinista di Stalin? Ecco la nascita di quella porcheria che
è stato il '68. E Sartre, il Filosofo del XX secolo, che fosse senza
fondamento lo sapeva benissimo e la pubblicazione postuma ne è la
prova. E questo è mentire sapendo di mentire, è essere un povero corrotto di merda. E', qui, al tempo stesso, l'incapacità di conversione di molti, di tantissimi, di
intere
masse. Il fatto è, come molto correttamente osserva
Houellebecq in “Sottomissione”, che “l'Europa, in primis
Francia e Germania, senza cristianesimo è morta come ben dimostra la
I guerra mondiale”. Considerazione peraltro parallela a quella di
Benedetto XVI: “L'Europa o sarà Cristiana o non sarà.” Ma, il
cristianesimo è allora la domanda basilare dei nostri tempi,
giustamente posta da Houellebecq, è in grado di rivivere? E qui si
pone anche il confronto con l'Islam religione degl'immigrati ovvero
di tanta parte della popolazione che la propria religione e con essa
le proprie tradizioni e valori li hanno conservati e con queste
modelli sociali – per me non condivisibili – ma che, al pari di
com'era quello Cristiano, sono vivi e vitali, giovani, prolifici e
non degenerati, senescenti e agonitici. Qui è anche la questione
della Donna e se è vera la deplorevole misogenia dell'Islam, giusto
il diritto alla Dignità della Donna, è vero anche l'interrogativo
su quanto, grazie all'Illuminismo, la donna di oggi sia ancora Donna.
Senz'altro non è più la Mulier della Tradizione Classica da cui
l'Occidente e l'Europa nascono, senz'altro non è più la Donna della
Cristianità che trova in Maria di Nazareth il suo modello. Qui è
anche la Colpa della Chiesa: “avete voluto seguirci ad ogni costo
su una via sbagliata” come osserva giustamente Gianni Vattimo. Il
volersi a qualunque costo “adeguare” ad un modernismo
mortifero e
si vedano il tanto indebitamente celebrato Card. Martini e, ad
esempio, la sua abolizione delle celebrazioni dei decennali di
matrimonio (cosa c'è di più Cristiano della celebrazione del
matrimonio e della famiglia?) in Duomo a Milano per “non urtare la
sensibilità dei divorziati...” (ma vaffanculo). Sempre a proposito
dello stesso Card. La frase detta ad un più fedele ai valori ed alla
tradizione Benedetto XVI: “te ne devi andare...”: ecco la
concrezione del suo voto di fedeltà ed obbedienza al Papa, non
diversa da quella ai valori Cristiani... Si vedano gli sproloqui
accademico poetici ostentati per la più mirabile e moderna delle
sociologie illuministe del Card. Ravasi... Si vedano tanti cristiani
sacerdoti e non che tolgono crocifissi e presepi per non urtare la
sensibilità dei non cristiani, per non dire ahimè di certi
personaggi figli di ideologie figlie di quelle illuministiche assurti
ahimè a Generali di importanti Ordini religiosi ad es. Padre (?)
Sosa dei Gesuiti e, si vedano pure, ancora ahimè, certe –
giustamente assai messe in discussione – Encicliche papali. E le
chiese si svuotano ogni giorno di più perché, grazie a Dio, come
osservava già Gesù nel Vangelo, le pecore hanno riconosciuto i
falsi pastori e non li hanno seguiti.
francesco
latteri scholten.
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