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Contro il Card. George Pell montatura giudiziaria per pedofilia dopo la nomina a N°1 delle finanze vaticane.


Sono stati ben 10 su 12 i giurati che dopo cinque settimane di consiglio, nell'ottobre 2018 si sono pronunciati a favore del Card. George Pell nel primo processo riguardante il più “plausibile” (ma di cui l'accusa non è in grado di dire quando sarebbe accaduto) dei due casi di presunta pedofilia del 1996 dei quali lo si accusa. Perintanto il secondo processo era già venuto a cadere per la totale inconsistenza dei fatti. Per il primo processo, il magistrato responsabile ha subito chiesto una nuova giuria ed un nuovo pronunciamento, avvenuto questa volta dopo soli tre giorni ed all'unanimità. Un'ulteriore curiosità giuridica concerne il fatto che le accuse non siano state, perlomeno apparentemente, direttamente intentate contro il Card. Pell se non dopo la sua nomina a capo delle finanze vaticane. Ma c'è dell'altro. Le accuse contro George Pell, di aver mostrato il pene a due ragazzi in sacrestia dopo la Messa delle 10.30 e di averne aggredito un altro nella navata laterale della cattedrale non trovano alcun riscontro e sono contraddetti da tutti, persino da una delle presunte vittime che prima di morire di overdose nel 2014 ha dichiarato di non essere mai stato molestato quando era ragazzo del coro. L'accusa 


è palesemente contraddetta dagl'usi e dalle abitudini: anzitutto il Cardinale era sempre solito trattenersi tra le due Messe ufficiali sul sagrato a chiacchierare con i fedeli e per quanto concerne la sagrestia questa, tra le due Messe, è usualmente sempre assai affollata. Inoltre i protocolli ecclesiastici prescrivono che per il vestimento e lo svestimento un Vescovo non sia mai lasciato solo e così il Card. Pell era sempre aiutato dal Cerimoniere della Cattedrale Mons. Charles Portelli il quale ha sempre confermato l'ottemperanza al proprio dovere. Ancora: la natura e la rigidità dei vestimenti e la totale mancanza di una apertura anteriore è tale da non consentire l'atto con i paramenti addosso, come invece sostenuto dall'accusatore. Altra incongruità: l'aggressione sarebbe avvenuta mentre l'aggredito sarebbe stato sorpreso a sorseggiare il vino rosso per la Messa, ma in Cattedrale a questo fine si è sempre utilizzato vino bianco 


custodito sotto chiave. Inverosimile anche, vista la stazza del Cardinale (George Pell è alto 1.93), la presunta aggressione in navata al “riparo” di una delle colonne. Insomma un'accusa assai improbabile e anzi impossibile e, stranissimamente, non corroborata da alcun testimone. Significativa la dichiarazione dell'Avv. Robert Richter della difesa: “il suo racconto è basato su qualche genere di fantasia di fiction o di invenzione che nel corso degli anni lo ha portato a pensare di essere stato aggredito...” Insomma un non caso, pieno di incongruità e contraddizioni ed assolutamente vuoto di riscontri e realtà oggettive. Solidarietà a S.E. Il Cardinale George Pell vera vittima.
francesco latteri scholten

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