“Consulente-Economista
d'Impresa”. Di che si tratta e cosa significa?
Tutte
le imprese, prescindendo dal settore e dalle dimensioni, oggi
hanno bisogno di analisi economico finanziaria e di controllo
economico finanziario. Di questo si occupa il Consulente Economico
d'Impresa, figura che è una opportunità importante per tutte le
imprese cui egli mette a disposizione importanti strumenti.
A
cosa servono questi strumenti?
L'Analisi
Economico Finanziaria inquadra a 360° la situazione economica,
finanziaria e patrimoniale dell'impresa attraverso un sofisticato
sistema di indicatori grazie ai quali è possibile capire la reale
situazione dell'azienda e come migliorarla.
Per
capire meglio, facciamo un esempio di qualche indicatore...
Ne
esistono diversi e importanti. Io ne cito per intanto quattro:
- il Rapporto di Indebitamento;
- il ROI (Return On Investment);
- i flussi di cassa e la gestione operativa caratteristica;
- la Rotazione Crediti.
Questi
indicatori, che non sono i soli, rispondono a domande tipo:
- qual'è il mio livello di indebitamento?;
- perchè a fine anno in cassa mi rimane poco o niente, nonostante alti fatturati;
- quanto mi rende realmente il capitale investito in azienda?;
- il debito della mia azienda è sostenibile nel breve, medio e lungo periodo ed è correlato con i miei flussi reddituali e di cassa?;
- mi risultano contabilmente utili alti, ma ho poca liquidità in cassa;
- la mia liquidità è sufficiente a sostenere l'indebitamento presente e futuro? E, come e quanto devo indebitarmi per non compromettere la continuità futura della mia azienda?
A
cosa serve il Controllo Economico Finanziario della Gestione?
Il
Controllo è lo strumento che consente all'imprenditore di sapere
in ogni momento ed a 360° l'andamento della propria impresa. Per
lui così diventa possibile ed agevole il miglioramento continuo
dell'impresa e, soprattutto, la prevenzione tempestiva delle Crisi
Aziendali: “meglio prevenire che curare” e meglio che
dell'impresa si occupi l' “Economista d'Impresa” piuttosto che
liquidatori e curatori fallimentari.
Esistono
già anche studi scientifici e dimostrazioni sul campo di ciò?
Sì.
Nei Paesi anglosassoni le imprese che hanno adottato l' Analisi
Economico Finanziaria ed il Controllo Economico-Finanziario hanno
migliorato significativamente sia i risultati che le probabilità di
sopravvivenza futura. Qui gli studi più importanti sono quelli di
Kaplan / Norton e di Porter. Le statistiche USA dimostrano che
il fallimento del 30% delle aziende è dovuto proprio all'assenza
degli strumenti di analisi e controllo economico-finanziario, di
contro a quelle che lo hanno adottato: ecco l'insufficienza degli
strumenti tradizionali: Contabilità e Bilancio civilistico-fiscale.
Il Bilancio infatti risponde ad esigenze prettamente fiscali e non a
quelle direttamente funzionali per l'imprenditore (in quanto manca la
necessaria riclassificazione) ed è quindi inadeguato come strumento
di miglioramento della Gestione e delle performances d'Impresa. Un
altro suo forte limite è la intempestività: rileva dati passati,
redatti, per mero obbligo di legge, 6 mesi dalla fine dell'esercizio.
Passiamo
alla legge. Il legislatore italiano infatti ha approvato la legge
155 / 2017...
Sì,
è la legge meglio conosciuta come “Codice della Crisi d'Impresa
e dell'Insolvenza” che disciplina tutto il settore della Crisi
d'Impresa con un Testo Unico. Le novità più importanti sono, tra le
altre: tutte le imprese devono dotarsi di adeguato assetto
organizzativo per rilevare tempestivamente la Crisi e garantire la
continuità aziendale futura. Di fatto è obbligatoria ed
istituzionalizzata la nuova figura europea di Consulente
Economista d'Impresa. C'è qui un fatto di rilievo: è la
prima volta che si ha su input della UE una impostazione Economico
Aziendale invece che giuridica in materia di disciplina sulle Crisi
d'Impresa. Di più la figura del Consulente Economista d'Impresa
assurge anche a funzione sociale perché tutela l'impresa e la sua
realtà lavorativa e sociale. Si tratta così, non tanto di un
obbligo ma soprattutto di una grande opportunità.
Noi
abbiamo già figure professionali come il Commercialista-Fiscalista.
Come si pone il Consulente Economista d'Impresa?
Si
tratta di una figura non esterna all'impresa, anzi -di più- parte
integrante della sua gestione strategica, che interviene
nell'esclusivo interesse dell'imprenditore sia per la crescita
aziendale che per la prevenzione o superamento della crisi, prima che
essa si manifesti o diventi irreversibile. Il Revisore
Contabile, che con la nuova legge diventa obbligatorio per le
aziende con determinati requisiti, è una figura esterna con
compiti di controllo legale, che non interviene sulla gestione
dell'impresa.
Dunque
una legge bellissima: innovativa, decisiva, che finalmente guarda non
solo al piano giuridico ma anche (e per la prima volta, forse
soprattutto) a quello aziendalistico. Solo luci? Non ci sono anche
qualche ombra e limite?
Purtroppo
sì e di rilievo anche. Anzitutto la legge si preoccupa più dei
creditori (specie quelli qualificati) che dell'imprenditore e
soprattutto essa si limita solo all'obbligo di rilevazione di 4
indicatori e quindi è uno strumento insufficiente. I suddetti 4
indicatori da soli non saranno mai sufficienti a rilevare la
probabilità di default di una impresa o comunque il suo reale stato
di salute, ma occorrerà un complesso e numeroso sistema integrato
di indici, da interpretare e monitorare sistematicamente ed
armonicamente. Non ci sono e nemmeno potranno esserci aziende
perfette ma sicuramente perfettibili e anche, ad esempio, quelle con
fatturato alto o consolidato hanno bisogno di essere supportate,
perché il fatturato non è necessariamente un indicatore che rivela la salute dell'impresa, come abbiamo detto prima.
Perciò
una nuova cultura e formazione anche per l'imprenditore?
Sicuramente.
L'imprenditore deve volgersi alla consulenza. La formazione
dell'imprenditore è un punto imprescindibile. Fondamentale è
aiutare l'imprenditore ad organizzare un sistema informativo che
consenta di rilevare dati grezzi aziendali, che sono la base per
consentire un efficace ruolo al Consulente d'Impresa.
Con
cosa possiamo chiudere?
Con
questo: l'importanza di quanto abbiamo detto è dimostrata da
numerosi e accreditati studi economico-statistici ed esperienze
aziendali, specie anglosassoni, secondo cui le imprese che non
dispongono dei suddetti strumenti di controllo e di analisi hanno
maggiori probabilità di fallire, mentre quelle che li hanno adottati
hanno una maggiore probabilità di successo e continuità futura.
Ti
ringrazio.
francesco
latteri scholten.
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