“L'italia è una
Repubblica Democratica fondata sul Lavoro. La sovranità appartiene
al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione”. Allora la figura emblematica del primo maggio 2020 –
il primo maggio dei tempi del Covid19 - è già uscita alcuni giorni
fa, il 25 aprile, o ancora prima, la domenica di Pasqua. La figura di
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, solo e solitario, con
la mascherina, all'Altare della Patria è l'immagine che più
rappresenta il primo maggio 2020. Il Coronavirus, questo
mostro, ha fatto questo: ha ammazzato il Lavoro. Ha distrutto
il fondamento della nostra Repubblica e della nostra Civiltà. Il
lavoro di San Giuseppe l'umile carpentiere e padre di famiglia e dei
tanti come lui oggi. La famiglia con la sua sede, la casa, il lavoro
con cui sostenerla, una Chiesa per
pregare. I tre pilastri, secondo
la concezione cristiana che sottendono quel “fondata sul lavoro”
per cui hanno lottato Don Sturzo e Alcide De Gasperi, PioXII e tanti
altri. I tre pilastri che i cristiani in mezzo a tante sofferenze e
lutti hanno portato avanti nella lotta al nazifascismo dalla cui
liberazione rammemora il 25 aprile. E non è un caso che proprio De
Gasperi abbia voluto quest'ultima celebrazione a precedere... Ma già
alcuni giorni prima, la domenica di Pasqua, un'altra immagine, forse
ancora più emblematica, quella del Pontefice solo, in una piazza San
Pietro vuota, desolata e desolante come non mai in duemila anni di
cristianesimo, ha mostrato che il Coronavirus ci aveva già tolto
anche il luogo dove pregare e peggio: l'essere comunità
orante e
dunque ecclesiale. Non è riuscito a toglierci – per fortuna – la
possibilità a ciascuno di noi singolarmente di unirci a nostro
Signore e di celebrarlo con la preghiera. E' solo da questa unione
che può originare la Risurrezione. E' questa unione che ci dà di
essere persona ed in essa di trovare dignità nel lavoro: “l'operaio
ha diritto alla sua mercede” (Gesù di Nazareth). Al di fuori di
questo infatti il lavoro non sarebbe che schiavitù. Risorgere
dopo l'assassinio del Lavoro è questo ciò a cui questo primo maggio
ci chiama. Le dittature di tutti i tempi, da quelle romano
imperiali che hanno buttato San Giovanni a Patmos, a quelle Naziste -
“Arbeit macht Frei” era scritto all'ingresso di Auschwitz – a
quelle Comuniste si sono limitate ad uccidere le dignità del lavoro
riducendo l'uomo in schiavitù. Il coronavirus è andato oltre: ha
ucciso il lavoro tout court. Ha colpito la socialità, lo stare
assieme, il gioco, il divertimento.
Dunque a maggior ragione dobbiamo
risorgere, è questo che deve essere l'impegno di questo primo
maggio. Sursum Corda.
francesco latteri
scholten.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.