La selezione dei saggi
raccolti segue un percorso culturale ma anche filosofico e spirituale
ben preciso. Si parte dal Fascino di Dio che porta al SI' a Dio,
dall'atto di Fede presupposto imprescindibile e dalla
incommensurabilità di Dio – che implica ad es. l'imperscrutabilità
delle sue vie – con il celeberrimo aneddoto di Sant'Agostino di
Ippona e del bimbo che vuol travasare con un secchio il mare nella
buca scavata. Si inquadra quindi indirettamente il Dogma centrale
della ns Fede - “L'Incarnazione, Vita, morte e Risurrezione di
ns Signore Gesù Cristo” – se non credessimo nel quale, ben
dice San Paolo, “vana sarebbe la nostra Fede”.
Propriamente “l' Incarnazione, Vita, morte e Risurrezione di ns
Signore Gesù Cristo” è un Miracolo. La nostra Fede dunque,
pur non essendo una fede neo e dei miracolismi, è una Fede che non
ha una base prettamente ed esclusivamente razionale e razionalista ma
parte da qualcosa che si colloca “Oltre”. C'è qui il
raffronto Fede / Ragione quale si è connotato nella Chiesa
stessa. L'oggetto è quello delle Stimmate e la figura di riferimento
quella magnifica di San Pio da Pietrelcina. C'è il formarsi di due
fronti opposti: il fronte della fede autentica tradizionale e quello
razionalista che pone i suoi parametri con i quali Dio non è
esperibile e la cui affermazione farebbe della Chiesa una specie di
ONG a base ideologica. Si va quindi al raffronto oggi imprescindibile
tra il “Sacro ed il Profano” che si esplica nelle due
dimensioni dello Spazio e del Tempo oramai ampiamente entrambe
secolarizzate e laicizzate. La Fede necessita il recupero del Sacro
tanto nella dimensione del Tempo (il ritorno allo scandimento del
giorno dal tempo della preghiera: Lodi, Mattutino, Ora Media, Vespro,
Compieta; lo scandimento dell'anno: Natale, Quaresima, Pasqua,
Pentecoste) e quindi anche il ritrovo di uno Spazio in cui
raccogliersi per la preghiera. Si passa poi al raffronto tra un
percorso di Fede (Sant'Ignazio) ed uno laico (James Joyce) ed a
quello psicologico di Fede (Sant'Ignazio) e quello laico (Sigmund
Freud). Il confronto tra due grandi intellettuali, una cattolica,
Edith Stein (Santa, Martire e Dottore della Chiesa) ed uno laico,
Jean Paul Sartre apre al confronto sul piano socioculturale e
politico. Qui il falso progressismo apre al '68 e questi ad una
società secolarista e laicista connotata dall'aborto, dall'eutanasia
e dalla ideologia Gender. Di fatto, per altra via, si è tornati al
concetto di «Vita indegna di essere vissuta» di memoria
nazista, una società connotata da denatalità, senescenza e morte.
Si passa allora alla valutazione della figura di Paolo VI e della sua
lotta contro il «fumo di Satana» nella Chiesa e contro il
marxismo. La sua figura sfocia in quella di Giovanni Paolo II e la
caduta di Yalta. Si arriva così alla contemporaneità e qui da un
lato agli attacchi degli antipapisti nella stessa Chiesa e,
dall'altro, addirittura proprio in Francia, l'inizio della presa di
coscienza e la rivalutazione del cristianesimo da parte della
“Intellighentia”. Infine la trattazione di due tematiche
fondamentali: la Vita e la Famiglia con la figura di Hegel che le
pone a fondamento del Diritto. Infine il diritto e la crocifissione
di ns Signore. Per chiudere ho pensato ad un saggio che riporta la
lotta, all'interno della Chiesa, nel Seicento, tra progressisti e
conservatori: il «Caso Galileo Galilei».
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