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Non possiamo resistere al totalitarismo-soft se le nostre vite spirituali non sono in ordine.


 

Di Giulia Bovassi

Viviamo oggi in tempi nuovamente di “totalitarismo-soft” e sono quanto mai attuali e di monito le parole di Solzhenitsin riprese da Rod Dreher nel suo “Manuale per dissidenti cristiani” che senbrerebbero scritte proprio per le persecuzioni più o meno aperte o velate in cui oggi, nel mondo Occidentale, si assiste sempre più, come un tempo agli albori del comunismo. Come allora la spiritualità vera e profonda assume un ruolo fondamentale. Non possiamo sperare di resistere al sopraggiungere del "totalitarismo-soft" se non abbiamo le nostre vite spirituali in ordine”. Questo è il messaggio di Aleksandr Solžhenitsyn, grande dissidente anticomunista, premio Nobel e cristiano ortodosso. Lui era convinto che il nucleo della crisi che creò e sostenne il comunismo non fosse politico, ma spirituale. Dopo la pubblicazione del suo "Arcipelago Gulag", in cui esponeva la corruzione del totalitarismo sovietico e che lo rese una sorta di eroe mondiale, Mosca lo esiliò in Occidente. Alla vigilia del suo esilio forzato Solžhenitsyn pubblicò un messaggio d'addio al popolo russo, intitolato "Live Not by Lies!". In questo messaggio Solžhenitsyn sfidava la convinzione che il sistema 



totalitario fosse così potente da impedire che le persone comuni lo potessero cambiare. Diceva che questo era un "non-senso". Il fondamento del totalitarismo è un'ideologia fatta di menzogne. L'esistenza del sistema totalitario dipende dalla paura del popolo di sovvertire il sistema di menzogne. Diceva lo scrittore "la nostra strada deve essere: mai supportare consciamente le menzogne!". Potete non avere la forza per alzarvi in piedi in pubblico e dire ciò che davvero credete, ma potete almeno rifiutare di affermare quello in cui non credete. Potete non essere in grado di sovvertire il totalitarismo, ma potreste trovare in voi stessi e nella vostra comunità gli strumenti per vivere nella dignità della verità. Se bisogna vivere sotto la dittatura delle bugie, diceva lo scrittore, la 




nostra risposta deve essere: "non lasciate che il loro potere cresca attraverso voi!". (…) "Negli anni '30, prima della salita al potere del regime comunista, c'erano già delle forze potenti nella cultura che gli preparavano la strada", dice Patrik Benda, consigliere politico di Praga, a proposito della sua Cecoslovacchia. "Tutti gli artisti e gli intellettuali sposavano idee comuniste, e se non eri d'accordo, venivi escluso. Questo succedeva almeno 20 anni prima che prendesse il potere il regime comunista"»


Giulia Bovassi




Associate Researcher presso Neurobioethics - Bioesthetics Group of Study

Associate Researcher presso UNESCO Chair in Bioethics and Human Rights

Ha studiato Bioethics (Medical Ethics - Master's Degree) presso Ateneo Regina Apostolorum


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