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Prima di tutto, solidarietà alla signora Meloni.



Di Daniel Di Schuler

Prima di tutto, solidarietà alla signora Meloni.

Non c'era motivo per ricordare le fedina penale di suo padre. Non c'entra nulla con lei e con i suoi successi. Proprio come il luogo di nascita dei genitori non dovrebbe avere a che vedere con l'essere cittadini italiani. Se sei cresciuto da noi, sei dei nostri. E se tuo padre è nato altrove, è solo una nota della tua biografia. Questo secondo logica e, la signora Meloni sarà d'accordo, con un minimo di coerenza.

Per fortuna che erano compatti,

i nostri pseudo-destri. Avevano idee opposte su cosucce come la collocazione internazionale dell'Italia, ma si sono presentati assieme alle elezioni. Salvo litigare su tutto, ora. Su quel che davvero importa alle loro animucce sensibili. Oh, così sensibili. Le poltrone. Chi sarà ministro. Chi presiederà Camera e Senato. E levatevi di testa che una delle due cariche vada all'oppozione: si usava così un tempo, quando eravamo una normale democrazia. O quasi. Adesso siamo in transito. Verso cosa? Sembrano saperlo i neo-fasci. Dopo mesi sotto traccia, tornano a farsi sentire. "Fiamme eterne alle scuole moderne", recita un manifesto affisso davanti ai licei milanesi. Tanto per rasserenare l'atmosfera. Quanto ai problemi pratici, eterni o contingenti, si spera ci pensi ancora Draghi. La signora Meloni e i suoi sproloquiano d'altro. Di revisione in ottica sovranista della Costituzione. Qualsiasi cosa voglia dire. Con l'idea demenziale che le leggi nazionali valgano più dei trattati internazionali. Vi sembra suoni bene? Significa rendere impossibile qualunque politica estera. Firmiamo un accordo con San Marino. Un anno dopo viene approvata una legge che contrasta con quanto stabilito nel trattato. Si fanno coriandoli dell'accordo e tanti saluti a San Marino. Un attimo prima che il resto del mondo mandi tanti saluti a noi. Questo, sempre usando un minimo di logica. Per fortuna c'è chi sa farne a meno. Come il movimento Evita Peron. Nato da una costola di Forza Nuova, ora può strillare. Ha organizzato un convegno a Bologna contro "stupri e immigrati". Strana combinazione, visto che la maggioranza degli stupri avviene in famiglia. Quanto a quelli commessi dagli immigrati, sono pochissimi. Ci sono, come è ovvio che nell'8% dei nostri residenti ci sia di tutto. Tanti lavoratori e qualche delinquente, come in ogni pezzo di umanità. "Solo i patrioti difendono le donne", è la tesi delle attiviste destrissime, capitanate da una signora diventata famosa per aver esibito la maglietta Auschwitzland. Sì, i campi di sterminio come un parco giochi, avete capito bene. Mentre non è chiaro chi siano i patrioti. Potrebbe aiutarci Draghi. Dovrebbe dirci chi sono i "pupazzi pagati da Mosca". Inutile contare sul ministro degli esteri ucraino, invece. Sa quali partiti italiani siano stati finanziati da Mosca, ma non parla per "non interferire". O per tenere saldamente nelle mani i gioielli di famiglia di detti patrioti. Occhio ragazzi, che strizzo. "Patrioti" che dovrebbero smetterla di definirsi tali. Implicitamente dicono che gli altri patrioti non sono. Altri che, a questo punto, potrebbero anche cominciare a parlare di traditori. Esplicitamente e con tutte le ragioni.


Daniel Di Schuler




E’nato il 12 settembre 1964, Scrittore, Pittore e Scultore, conosciuto per i suoi numerosi viaggi, vive in un villaggio di pescatori presso Fisterra. Il suo romanzo “Un’Odissea minuta” edito da Baldini e Castoldi è stato finalista al premio Italo Calvino. E’ scrivener c/o Baldini & Castoldi, Bertoner editore e Albe edizioni. Il suo ultimo lavoro è “L’ora che il tempo dice” pubblicato da Ex Cogita.



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