23 morti - di cui 4 italiani - e 50 feriti, il bilancio di un attacco armato contro cittadini inermi, un atto da sempre ed ovunque - anche presso gl'arabi e nell'Islam - considerato la più vigliacca delle infamie, per di più perpetrato accanto ad un Parlamento che stava deliberando proprio circa la nuova legge sul terrorismo. Tutto questo è sprone per una ancor maggiore mobilitazione del popolo tunisino contro il terrorismo, secondo Alaya Allani, uno dei maggiori esperti della Tunisia. Le manifestazioni in massa di "Je suis tunisien" gl'hanno dato ragione. Adesso tuttavia secondo Allani bisognerà necessariamente rivalutare sia tutto quanto lo Jihaddismo, sia la sua storia recente e la sua realtà nella regione e procedere subitaneamente anche con una diversa politica circa le misure di polizia. L'identità dei giovanissimi attentatori rinvia infatti a Okba Ibn Nafaa una cella terroristica di Al Qaida composta prevalentemente da algerini e da una minoranza di tunisini, cosa che sarebbe confermata dall'attività di frontieristi dei due giovani. Uno dei campi di addestramento di Okba Ibn Nafaa è stato rintracciato nei pressi del confine algerino sui monti Chaambi. Dalla "Primavera araba", nel 2011, sino ad oggi in Tunisia sono stati ben 28 gl'attentati compiuti, tuttavia sempre con obbiettivo le forze dell'ordine. Quello al museo Bardo è la prima e tragica eccezione. Sono cambiati ultimissimamente anche gl'addestramenti ed i luoghi di essi: non più il confine algerino, bensì la Siria e l'Iraq, e sono purtroppo ormai circa 3.000 i giovani tunisini che vi prendono parte, quasi tutti appartenenti al ceto medio e ben acculturati. E, così, se è vero che la maggior parte dei tunisini non ha cosa farsene di un "Califfato nero", è vero anche che il partito "Ennahda" segue un ideale simile trovando sostegno non solo nei giovani colti del ceto medio, ma anche tra i diseredati dei quartieri più poveri. Per Allani una lotta efficace al terrorismo islamico passa dunque per tre nodi cruciali: 1) la lotta culturale impegnata per una cultura della tolleranza ed un Islam moderato; 2) l'impegno economico per sottrarre i disperati alla malìa del Califfato; 3) un potenziamento delle forze di intelligence, di polizia e militari.
francesco latteri scholten
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