L'Arte è valore culturale e politico - civile. E' etica, è filosofia. Prima ancora però l'Arte è Vita e scelta di vita, e, per Antonio Presti lo è dall'età di ventun'anni quando fece la scelta della sua vita: dedicarla alla diffusione della poetica della bellezza con l'impegno sociale e culturale. Se la vita è dedicata alla Bellezza, necessariamente, viene in mente un nome, quello di Ludovico II di Wittelsbach, Re di Baviera, anche lui mecenate, tra gl'altri, di Richard Wagner. "Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gl'altri" affermava il sovrano bavarese, marginalizzato da cospirazioni politiche sino alla dichiarazione di malattia mentale senza alcuna visita medica e "suicidato" il giorno dopo. Assai diversa invece la posizione del mecenate siciliano, per il quale più classicamente - si ricordi ad es. l' "Unum, Verum, Bonum" - "la bellezza è manifestazione o fainestai della Conoscenza e questa un potere. Anzi il vero Potere, il quale si accresce con la trasmissione: più lo si trasmette, più si accresce". E' così che nell'ormai lontano 1982 nasce la "Fiumana d'Arte" che si è rivelata nel tempo lo strumento più fecondo per la valorizzazione anche turistica dei Nebrodi. L'iniziativa socialmente più bella (a mio avviso) di Antonio Presti nasce tuttavia da una concezione volta ad un orizzonte diametralmente opposto a quello di Ludovico di Baviera: non l'Arte come realtà di élite, bensì come valorizzazione socioculturale a cominciare dalla socialità dei quartieri degradati quali quello di Librino a Catania. E' qui che sono realizzati Terzocchio - Meridiani di Luce - un progetto etnoantropologico che riprende l'anima del quartiere, i suoi abitanti, per costituire, a partire dall'obbiettivo di grandi fotografi, un museo - e la "Porta della Bellezza", lunga più di 500 metri e costruita con oltre 9.000 formelle di terracotta... Etica e Filosofia che dunque non restano utopie come i vaneggiamenti di tanti presunti "filosofi", ma che trovano estrinsecazione nella concrezione. Antonio Presti è questo, uomo di prassi, un grande manager: gl'avevo semplicemente chiesto, via mail, del materiale per qualche articolo, mi ha risposto dandomi il suo numero di cellulare. Lo spiazzamento è totale con la telefonata: siamo dopo le dieci di mattina e posso vederlo già alle 11.30... Non ho nulla di preparato, neppure la benzina alla macchina né il caricatore della fotocamera. Mi butto lo stesso e sono a Tusa con una decina di minuti d'anticipo, ma non ho fatto i conti con i risultati del pluridecennale impegno di Antonio Presti: Tusa è piena come un uovo. Trovo posto per la macchina solo in aperta spiaggia, sulla sabbia, a circa un chilometro dall'Atelier sul mare. All'incontro arrivo in ritardo... Lui è in piena attività perché si occupa di persona non solo degl'artisti ma anche dei comuni visitatori dell'Atelier, della direzione del personale, dei contatti telefonici. Finalmente un buco: "Venga, le offro un caffé..." Ci sediamo all'ombra che offre gradevole frescura, ma di nuovo il telefono: "Sì, lei è capitano, ma non mi chiami dottore... Signore, se alla fine ci arriviamo..." E' in maglietta, ma mi concede egualmente una foto, così non devo scaricarla da Google e ce l'ho inedita. Il caffé preparato all' Atelier è ottimo, ma parliamo poco, non solo perché non ho preparato nulla ma anche perché non riesco ad avere la sfacciataggine di approfittarmi della disponibilità. Una concezione tuttavia emerge prepotente, e non è l'enigma di Ludwig, bensì "La Bellezza come disvelamento che rivela la visione dell'invisibile..." Poi la notizia: "Con la Piramide la Fiumana d'Arte si completa, adesso la semina continuerà altrove: l'Etna..."
francesco latteri scholten
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