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Vaticano, da De Pedis a Casamonica: Stessa spiaggia, stesso mare...


La Chiesa di "Don Bosco" è la stessa per la quale il Card. Ruini rifiutò il permesso per i funerali di Welby. Ed è anche la stessa nella quale invece furono concessi e celebrati i funerali a Renato De Pedis, implicato non soltanto nella tragica vicenda di Emanuela Orlandi (e basterebbe questo), ma anche personaggio di spicco della banda della magliana, implicato nelle più torbide, vergognose e sanguinarie vicende romane ed italiane della seconda metà del Novecento: droga, sequestri di persona, molteplici omicidi, mafia, il Golpe Borghese, massonerie deviate, servizi deviati e non, la strage della stazione di Bologna, per citarne solo alcuni. Ma, in mezzo a tutto questo sangue e questi crimini, efferatezze e sceleraggini, il De Pedis avrebbe anche donato dei denari per il sostentamento di alcuni seminaristi. In proposito ci sarebbe da obbiettare che i Vangeli ci insegnano che nemmeno Caifa ed i suoi accettarono i denari di Giuda Iscariota perché sporchi di sangue... Adesso, nella stessa "Chiesa" sono stati celebrati i funerali di Casamonica il quale, come appare con sempre maggior evidenza, è uno dei raccoglitori dell'eredità di De Pedis e lo staffettista che lo ha sostituito. Identici ad allora anche i laconici commenti vaticani che fanno venire "la pelle d'oca" a chiunque abbia un minimo di senso civico e dovrebbero a maggior ragione farla venire a chi ha un "senso cristiano": "è stato normale, tutto si è svolto come concordato con il parroco... quello che è successo fuori è senza autorizzazione anche se non era il parroco ad averne competenza..." Come De Pedis, anche Casamonica andrà in Basilica, magari a Sant'Apollinare (dove c'è voluto tutto l'impegno civico di tanti per far rimuovere De Pedis)? Certo è che quello che è "successo fuori" e che sarebbe "senza autorizzazione" è qualcosa da fare impallidire lo stesso De Pedis: una vera e propria apologia della criminalità con ambientazione faraonica degna della vicina Cinecittà, con il clou dell'esecuzione delle musiche de "Il Padrino". La ciliegina sulla torta poi è stata una gigantografia del boss appesa sì all'esterno della "Chiesa" ma che per appenderla lo si poteva fare solo da dentro, in vestimenti ed atteggiamenti scimmiottanti Papa Giovanni, il Papa Buono, con tanto di croce ostentata sul petto. Francamente "Renatino" ed i suoi hanno avuto decisamentre più buon gusto e decenza. Anche la "Chiesa" del passato, pur avvezza a dare asilo a boss latitanti in conventi - ed a proposito vi sono molteplici storie e storielle anche ottocentesche e sino ai giorni nostri - non era arrivata a tanto neppure negl'anni più "bassi" dei tempi di Ruini. Eppure, tra tanto ciarlare di Stato Mafia, nessuno parla di Chiesa Mafia.
francesco latteri scholten

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