Istituita
il 24 settembre 1789, tre mesi dopo la presa della Bastiglia in
Francia, con primo Presidente John Jay in carica già due giorni
dopo, la Corte Suprema è la più importante istituzione degli USA
per l'indirizzamento sociale e morale degli States e sovrasta in
questo allo stesso Presidente. Mentre gli americani infatti hanno
conservato al potere giudiziario ordinario tre caratteri distintivi -
1) il giudice può pronunciarsi solo in caso di contestazione; 2) può
occuparsi solo di un caso particolare; 3) può agire solo se adito; -
la Corte Suprema ha un posto più alto di ogni altro tribunale
esistente sia per la natura che per la specie dei soggetti alla sua
giurisdizione. L'origine di ogni potere negli USA è infatti la
Costituzione e la Corte Suprema è perciò investita del diritto di
decidere di tutte le questioni di competenza ed è l'unico tribunale
delle nazioni. Il suo ordinamento è giudiziario, ma le sue
attribuzioni sono quasi interamente politiche: 9 giudici, di cui il
Presidente è nominato direttamente dal Presidente degli USA,
giudicano della
interpretazione delle leggi e dei trattati e di tutte
le questioni inerenti lo Jus Gentium. La Corte Suprema è il
“gestore” dell'origine di ogni potere e nelle sue mani sono la
Pace, la prosperità e l'esistenza stessa degli States. Il potere dei
suoi giudici è illimitato, ma è un potere anzitutto morale. Due
esempi concreti: nel 1977 la sentenza Roe vs Vade ha legalizzato
l'aborto azzerando le leggi di 46 Stati; nel 1998 la sentenza Hustler
vs Falwell ha difeso la libertà di espressione. A ragione perciò
essa è stata il più importante e combattuto oggetto del contendere
della campagna elettorale tra Hillary Clinton e Donald Trump, come di
tutte le campagne elettorali USA: si tratta infatti di dare all'esito
politico la sua concrezione in indirizzo sociale e morale. Ed un
ruolo assai significativo, anche se taciuto dai media, ha avuto nelle
ultime elezioni la realtà religiosa degli USA e Donald Trump deve la
sua elezione anche ad un suo forte impegno in campo
cristiano (non
solo cattolico) per il suo dichiarato impegno “pro vita”. Nella
sconfitta della Clinton ha giocato invece un ruolo anche l'ennesima
prova, a pochi giorni dal voto, della sua vicinanza al satanismo. Se
il capo della Conferenza Episcopale americana l'Arcivescovo
Joseph E. Kurtz di Louisville, Kentucky,
ha subito salutato con festosità l'elezione di Donald Trump, il
Presidente in pectore ha già più volte confermato di voler tener
fede agl'impegni presi, ovvero ha ripetutamente assicurato la nomina
alla Presidenza della Corte Suprema di un giudice “pro vita”. Del
triplice movimento secondo il quale l'essere umano svolge il suo
agire secondo le sue tre inclinazioni fondamentali – conservazione,
fecondità, persona – il secondo, la fecondità è adesso
ricondotto più vicino all'alveo della grande tradizione valoriale
cristiana e con esso anche gl'altri due. Il progetto di Hillary
Clinton di concedere l'aborto sino all'ultimo minuto prima del parto
è definitivamente abortito. La Corte Suprema, attualmente presieduta
da John G. Roberts, contava sino alla morte di Antonin Scalia,
conservatore, 4 giudici progressisti ed altrettanti conservatori, ma
Obama ha imposto – fuori dalla prassi che solitamente lascia in
questi casi l'incombenza al nuovo Presidente – la nomina del
progressista Merrick Garland, che deve essere ratificata dal Senato
che però è a maggioranza repubblicana ed ha lasciato l'incombenza
al dopo elezioni. L'equilibrio che con Garland si sarebbe spostato a
sinistra ora si sposta decisamente a destra con il Presidente
nominato direttamente da Donald Trump più un probabile altro
sostituto a Scalia. In ogni caso il cambio di corso è assicurato.
francesco
latteri scholten
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