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Né promessi né sposi, solo coppie aperte: la nuova legge sul matrimonio targata PD.




Il nuovo ddl dell'On Laura Cantini, PD, abolisce “munus” e responsabilità portando in un orizzonte affatto nuovo da quello morale ed etico. Aveva iniziato un giovane ancorché già dialetticamente e metafisicamente ben preparato Platone ne “La Repubblica”, salvo ravvedersi radicalmente nel maturo “Le leggi”. La concezione di una società senza famiglia era però da allora rimasta, anche se unanimemente rigettata dai popoli, dalla cultura, dalle religioni. La normativa è stata da allora quella formulata in nuce proprio da Platone ne “Le Leggi”: l'unione di uomo e donna per amore, finalizzata alla procreazione. Le religioni pagane antiche, greche e romane prima, il cristianesimo poi, si erano di fatto attenute a questa stessa concezione. Il diritto romano l'aveva normizzata distinguendo nello sposalizio un compito - “Munus” - del padre, il mantenimento, ed un compito della madre, la fedeltà sessuale: Mater munus, da cui matrimonio, e Pater munus, da cui patrimonio. Già per il mondo antico e classico, come ben aveva formulato Aristotele, l'uomo è in quanto essere sociale e la prima socialità dell'uomo ha concrezione proprio nella famiglia. E' la via calcata ed esaltata dal cristianesimo, che trova la sua massima espressione nella teologia tomista. Hegel ne coglie bene il nucleo: con lo sposalizio si passa da un diritto astratto del singolo al diritto concreto dell'uomo e della donna in quanto esseri relazionali. E' quanto realizza l'unione di patrimonio e matrimonio. Il “Munus” dunque è saldamente e fondamentalmente legato alla finalità stessa dell'unione: la procreazione e la creazione con essa di una famiglia. Tutti gli ordinamenti giuridici, non solo quello nostro, avevano sinora proceduto su questa base, questa avevano declamato le religioni. Il ns Codice Civile sancisce l'obbligo di fedeltà al secondo comma dell'art. 143. Un primo colpo era stato assestato già dalla legge Cirinnà che aveva tolto la fedeltà sessuale quale requisito di coppia, seguita a ruota dalla legge 21/ 2012 che ha abolito la distinzione tra figli legittimi e naturali. Il ddl Cantini abolisce la fedeltà sessuale. Il matrimonio, con il nuovo ddl, viene dunque a degradarsi a semplice “convivenza” dal regime della quale nulla lo distingue di fatto, anzi non è neppure questo, è la semplice coabitazione di due singles ciascuno dei quali permane ai propri diritti di tale. Insomma il nuovo ddl Cantini riconduce l'uomo o la donna a semplice portatore di diritti astratti, l'immissione nel diritto concreto che avviene proprio con la creazione della famiglia è negata. E' negato ciò che sempre lo sposalizio sanciva e la cui immissione dell'uomo e della donna era festeggiato: l'ingresso nella piena relazionalità umana adulta con i suoi diritti e doveri, l'essere padre e madre. La normativa Cantini insomma confina la persona nell'orizzonte di un grande hit musicale di qualche decennio fa, “For ever young”, per sempre giovani ma giovani di una piena maturità umana negata: mi sposo per restare single.
francesco latteri scholten.



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