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Tre economisti Uni ME a Sant'Agata: Maurizio Ballistreri, Filippo Grasso e Agostino Di Lapi.




Il Ciss (Centro internazionale studi don Sturzo) dei Nebrodi ha organizzato un significativo incontro con l'eminenza scientifica di settore dell'Università di Messina la quale si sta muovendo in modo dinamico e controtendenza al target nazionale con risultati di rilievo. Il quadro generale è stato illustrato brillantemente dal giovane Prof. Agostino Di Lapi. La realtà di prospettiva per l'economia è sempre più quella messa in luce già dal fondatore stesso di questa scienza l'assai preveggente Adam Smith, ovvero il Fattore Umano (F.U.). Al fine dello sviluppo economico sono infatti fondamentali tre aspetti: 1) le capacità ed abilità del singolo; 2) il contesto sociale; 3) le risorse economiche. Due dei tre fattori sono perciò determinati dal F.U. che ha dunque valore decisivo. Il contesto di globalizzazione in cui l'economia è ormai necessariamente operante pone una nuova necessità agli operatori economici, ovvero quella di essere al tempo stesso presenti in loco ed all'estero. L'operatore economico deve essere e farsi pioniere e in questo c'è ultimamente uno sviluppo positivo da parte dei ns operatori i quali stanno colmando una loro lacuna: quella di essere restii all'innovamento specie quando si tratta di investire capitali. “Voglia di fare”, come diceva Don Sturzo è priorità. Il Mezzogiorno deve continuare su questa strada perché “impresa crea impresa” ed è fondamentale che in ciò siano proiettati i giovani che sono il vero capitale dei ns territori. Qui, come diceva Einstein “la crisi deve essere strumento di per tirare fuori il meglio di sé” ed è necessario combattere la dispersione cui pure spesso si assiste, con giovani che né studiano né lavorano. Proprio i giovani devono infatti diventare protagonisti del senso sturziano dell'economia: “l'azienda è l'uomo”. Con l'intervento del Prof. Maurizio Ballistreri l'orizzonte inizia a passare dal contesto generale a 



quello particolare. La realtà è data dal perdurare degli strascichi della grande crisi americana e globale del 2008 che è stata scaricata quasi del tutto sui ceti più deboli e sulle piccole e medie imprese che sono quelle che caratterizzano la ns economia. Un antidoto alla crisi avrebbe potuto essere un maggiore civismo ed una maggiore giustizia sociale, entrambi sono mancati a favore invece di un eccesso di protagonismo personalista. Ultimo esempio è nella fattispecie ad es. la vergognosa uscita del Min. Poletti sui giovani che vanno all'estero e dei quali in molti casi è meglio che così sia, quando alla discutibile e poco fruttuosa attività editoriale del figlio vengono destinati oltre 500.000 Euro. Quelli che vanno all'estero hanno solitamente il target più vitale dal punto di vista economico, proprio essi infatti sono “i creativi” di cui l'economia ha maggiormente bisogno. Prorpio a proposito dei giovani e della formazione e dunque della Università Ballistreri ha denunciato con forza l'indirizzo negativo dato al tempo stesso sia dal ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica che dagli altri ministeri che indirizzano i fondi di investimento: la definitiva marginalizzazione cui in questo settore ha pilotato il governo Renzi. Si è infatti posto in atto un discrimine assai gravido cui però nella fattispecie proprio l'Università di Messina si sta contrapponendo con buoni risultati. In pratica: si è destinata in toto la ricerca scientifica e tecnologica alle università del Nord lasciando al 


Mezzogiorno solo la didattica. L'Università di Messina non si è fatta intrappolare e prosegue a spada tratta e con profitto invece proprio nella ricerca scientifica e tecnologica ed i risultati ci sono, anche nelle facoltà di economia. Se da un lato dunque è necessario fare formazione con la F maiuscola e perciò scientifico tecnologica, dall'altro proprio per motivazioni economiche e di sviluppo è necessaria la abrogazione del Jobs act. Due problemi importanti e altrettanti ostacoli sono anche le gravi carenze strutturali, la più palese delle quali è la mancanza dell'alta velocità ed il settore bancario che trattiene per sé ed investe diversamente con degli escamotages quei fondi che sia la Unione Europea che il Governo hanno originariamente destinato al credito alle famiglie, ai giovani ed alle imprese. Uno sguardo al contesto specifico al territorio dei Nebrodi è la priorità alle ricchezze naturali del territorio e perciò all'economia turistica, agricola ed agrituristica. Vale lo stesso che per gl'altri settori: l'economia va sviluppata in senso relazionale mettendo al centro la persona. Cronologicamente ultimo relatore è stato il Prof. Filippo Grasso il quale a proposito del F.U. Ha posto l'accento sul triangolo persona, famiglia, gruppo e partendo da esso ha volto lo sguardo ai giovani che sono la ricchezza più grande che una società possa avere: chi colpisce i giovani colpisce anche economicamente il valore più grande. Quanto purtroppo reiteratamente accade. I giovani sono strategici in tutte le realtà e qui il Prof. Grasso si rivolge specificatamente al territorio nebroideo e dunque alle realtà ambientali turistiche, agricole ed agrituristiche. Un commento è andato doverosamente ai recenti incendi che hanno devastato proprio le aree del comune di Sant'Agata di Militello: bruciare alberi è disastro. Il discorso è poi ripreso sul connubbio tra valori ambientali e socioculturali. Qui il mutamento nel turismo sia in Sicilia sia a livello nazionale con il passaggio da un turismo occasionale ad un turismo strutturale e perciò alla necessità della relazionalità nuova e più proficua tra chi accoglie e chi è accolto. Un ruolo particolare assumono in questo contesto le Pro Loco.
francesco latteri scholten

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