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M5S: referendum e giravolte della finta democrazia del Pagliaccio dittatore.




E' David Borrelli l'ex terzo triumviro accanto a Grillo e Casaleggio senior, il decapitato dell'ultima ora, a condurre abilmente, da buon imprenditore, le trattative con il Gruppo Liberal ed europeista ALDE. Le cose vanno così a buon fine che il Patron stesso del M5S, Beppe Grillo, esce allo scoperto e decide di sottoporre la cosa a tutto il Movimento, perché la decisione sia presa “democraticamente”. Via al referendum on line cui l' 80% dei grillini risponde “Sì”. Sì ad una linea nuova, sì agli “Stati Uniti d'Europa”, basta con il vecchio euroscetticismo, basta con i sabotatori fanatici alla Nigel Farage con cui peraltro il rapporto era di crisi e si era votato insieme solo per un misero 20% delle votazioni, (anche perché dopo la “Brexit” Londra sta sborsando fior di denari ben più di prima per restare in Europa...). Insomma inversione ad U di tutto il Movimento. No al populismo e per un momento Bruxelles trema. Guy Verhofstadt visibilmente sotto pressione, ma anche per le non garanzie obbiettive del M5S, declina. A questo punto, a prescindere dalla decisione “democratica” appena presa da tutto il Movimento con il “referendum”, autonomamente ed ex Cattedra, sacrificando tra gl'altri anzitutto la testa di David Borrelli (e a questo punto anche altri eurodeputati M5S dicono by) alle richieste del sabotatore Farage, senza consultare nessuno, il Beppe nazionale da vero Pagliaccio con una nuova inversione ad U torna dal paparino suo. Ci torna a condizioni decisamente da capestro: niente Copresidenza del Gruppo e posizioni subalterne a Farage anche nelle Commissioni. Insomma Farage è chiaro: vuoi tornare nel Gruppo per così avere accesso ai fondi? Bene, fai quello che dico io e col cavolo che continui a votare “autonomamente” nell'80% delle votazioni... Insomma, si è appena fatto fare un referendum di cui a Beppe stesso per primo dimostratamente non gliene frega niente, anzi meno di niente, e che così, ex post, è il più totale sputtanamento del referendum e della democrazia. Peggio dei piddiessini che per due anni hanno lavorato apertamente a riforme nei cui confronti sono poi andati a fare una campagna elettorale non di supporto ma di contrasto. Non inversione ad U bensì doppia inversione a U: il testa coda di chi non capisce niente e gliene frega ancor meno. Anni fa la rivista satirica “Cuore” in prossimità delle elezioni titolava a piena pagina “Il mio culo per un voto”: l'immoralità più palese. Vado con chi posso avere più potere e lo faccio a prescindere da qualsiasi cosa. Di più: si ha la faccia come il fondoschiena (ma per un Pagliaccio è naturale) di anche scendere in piazza a fare le manfrine morali agl'altri...
francesco latteri scholten.

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