Il
Solstizio d'Estate è celebrato da sempre dall'umanità. E' il giorno
della vittoria della Luce sulle tenebre, per eccellenza il giorno
della Vita. Ad esso bene si addicono le parole antiche dell'inno alla
Speranza di Orazio: “Vergine custode di monti, di boschi: che senti
il triplice chiamare della ragazza nella doglia e la salvi da morte:
Dea dai tre volti: ecco un pino che guarda la mia casa di campagna:
sia tuo. Lieto, sempre, al compiersi dell'anno, gli doni in
sacrificio un verro, che ha nel cuore un balzo obliquo...” E, per
me, l'invito di Antonio Presti, a superare la dimensione
economico/materialista per volgersi con lo Studio agli orizzonti
della Cultura è la riproposizione, forte, della Speranza. La
Speranza che
“l'attuale momento di mediocrità – come lui a
ragione definisce quello odierno – sia superato...” Che sia
superato l'esito perverso cui esso ci ha condotti: “non abbiamo più
occhi legati al cuore...”. Il Rito vuole invece tornare a questo,
celebrare Luce e Conoscenza, l'antica Sapienza. Uscire dal
totalitarismo del Profano che ormai ci attanaglia, per, una volta
all'anno, reistituire un Tempo Sacro ed uno Spazio Sacro: quelli che
sempre hanno scandito la realtà dell'uomo. I riti legati al culto
del Sole, da sempre hanno riprodotto a livello microcosmico la
struttura dell'intero Universo e sono sempre stati praticati in
momenti in cui si avverte il bisogno di rigenerare il mondo con un
processo di nuova generazione.
Un bisogno oggi così urgente che la
stragrande maggioranza non è più neppure in grado di avvertire.
Antonio Presti è uomo della élite che ancora è invece in grado di
avvertire la grande urgenza di questo. In una atmosfera di Bellezza,
dominata dal colore Bianco, simbolo di purezza, di ieraticità, di
misticismo, dominata da paesaggi mozzafiato, da canti, realtà yoga,
da Silenzio e serenità, la Piramide del 38° parallelo, nel giorno
del solstizio d'estate, offre, a chi lo desideri, la possibilità
dell'esperienza mistica basilare, primigenia, quella più semplice
perché ancora legata ai sensi e preludio delle ulteriori. La visita
dell'interno della Piramide
è infatti questo: il passaggio dalla
luce esterna fortissima, alla totale oscurità dello stretto tunnel
di 30 metri totalmente buio, che porta all'interno del grande
tetraedro di 30 metri di altezza, realizzato in acciaio cortex. Al
termine, un tenue bagliore illumina l'inizio della ripida scala che
conduce all'interno, affiancata dai tanti lumi, rigorosamente a cera.
All'interno rocce e macigni: la durezza e l'oscurità del
materialismo, il senso dominante è quello del soffocamento. Su uno
degli spigoli del tetraedro c'è uno spacco dalla base al vertice: al
tramonto, nel giorno del solstizio, vi si intravede il Sole. Poi il
ritorno alla Luce, alla Bellezza, al respiro pieno. Un'esperienza da
vivere che ho fatto anch'io, accompagnato da due artisti ceramisti di
prestigio, Giuseppe Prinzi e suo
figlio Giovanni. All'uscita, dopo
aver ripreso fiato, ci siamo avviati per le navette ed abbiamo avuto
la sorpresa più bella: un breve incontro con Antonio Presti. La sua
Saggezza ha ben saputo soprassedere al nostro grezzo materialismo,
degno dell'interno della Piramide, e così abbiamo avuto foto e
selfie che per noi, insieme all'esperienza vissuta, la full immersion
in uno Spazio ed un Tempo Sacri, sono il più bel Trofeo da portare a
casa. Grazie Antonio.
Francesco
latteri scholten
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