Mentre
in Francia, ed a ruota, anche in Germania, l'intellighenzia riscopre
- con i limiti evidenti sia del razionalismo illuminista che del suo
succedaneo, il '68 – il valore del Cristianesimo con Michel
Houellebecq ma anche con Bernard Henry Levì (importante
la recente forte apologia), da noi la figura di Franco Zeffirelli
(venuto a mancare l'altro giorno) è assai sentita dalla gente
comune, dall'uomo della strada ma ignorata (o addirittura criticata
ed avversata con forza) dalla intellighenzia nostrana rimasta
imbrigliata in schemi mentali, ideologici e socioculturali nel
migliore dei casi risalenti agli anni '70. Concezioni morte, delle
quali la Storia ha mostrato in tutta evidenza la fallimentarietà
totale dei modelli antropologici da esse derivanti: abbiamo una
denatalità record (175.000 l'anno) e, dati ISTAT 2017 a Milano, i
due nomi più frequenti tra i bimbi nati: Ho di origine asiatica ed
Ahmed di origine islamica. Eppure Eugenio Scalfari, Umberto Eco,
Card. Carlo Maria Martini e accoliti continuano ad essere le
grandi e gettonate icone profetiche anzicché ciò che
dimostratamente sono: coloro che hanno additato la larga e lastricata
via agli inferi. Invero già negli anni '60 / '70 la sinistra di
allora – ben altra e più seria cosa di quella di oggi – se, in
tema Famiglia ancora riusciva a condividere le
posizioni
filocristiane di Pier Paolo Pasolini, cominciava già a
distanziarsi nettamente dallo stesso sia per le tematiche ProLife
che per quelle, allora ancora in germe, Gender ed LGBT.
Collocare Franco Zeffirelli tra Pier Paolo Pasolini e
Michel Houellebecq ha invero senso e molto. Per quanto
concerne il confronto di Franco Zeffirelli con Pier Paolo
Pasolini, entrambi sono stati tra i maggiori Registi che l'Italia
abbia avuto nel Novecento, entrambi uomini di grande Cultura e
spessore, entrambi dichiaratamente omosessuali, entrambi
antiabortisti, ProLife e ProFamily e NoGender. Nel confronto
personale, così come nell'opera professionale, si staglia per
entrambi, gigantesca, la figura di ns. Signore: “Il Vangelo secondo
Matteo” e “Gesù di Nazareth”. Entrambi lo hanno ripagato e
le due sono le migliori opere cinematografiche reperibili. Lo sguardo
di Pasolini è più iconico e simbolista ma più monocromatico ed
angusto ed in parte almeno condizionato dalla propria visione atea.
Più colorato, vivace e vivo il “Gesù di Nazareth”
risponde meglio alla dimensione anche della Fede. Il ProLife è
sentito fortemente come Valore Vero: “Sono traumatizzato
dalla legalizzazione dell'aborto, perché lo considero, come molti,
una legalizzazione dell'omicidio. Nei sogni e nel comportamento
quotidiano – cosa comune a tutti gli uomini – io vivo la mia vita
prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là
io ero esistente” (P. Pasolini, “Scritti Corsari”).
Zeffirelli è ancor più legato: “... mentre io vorrei conoscere
solo l'amore, perché sono stato amato nel ventre di mia madre, ho
assorbito tanto di quell'amore, l'ho sentito, mi è entrato addosso”.
E' però la Fede a fare la differenza vera tra i due ed a portare
Zeffirelli ad un piano più alto. “La mia vita è un premio; una
madre che genera una vita è una donna premiata qualunque sia la sua
situazione, qualunque siano i conti da pagare, qualunque siano i
suoi problemi emozionali: ha il marito, non ha il marito, ha quello
che la ricatta, quello che l'ha abbandonata. Il privilegio di portare
la vita è un privilegio che gli uomini non hanno: noi siamo
inferiori alle donne per questo. Il miracolo di sentir germogliare
nel proprio ventre una nuova vita, il vederla
sbocciare e vederla
venir su rende le donne più forti...” (F. Zeffirelli). Se guardato
dalla prospettiva socioculturale il piano valoriale appare assai
simile, tuttavia quello di Zeffirelli è arricchito di una
dimensione ulteriore: quella della Fede. E' sempre questa ad
allontanare da una concezione antropologica di derivazione ideologica
che si dimostrerà falsa e ad immettere in una prospettiva
antropologica dimostratamente valida. Ed è proprio la visione
del fallimento dei piani antropologici seguiti alle ideologie ad aver
portato al cambio di rotta della intellighenzia francese.
“Sottomissione” (traduzione della parola Islam), mette in
evidenza l'inferiorità antropologica della società materialistico
nichilista contemporanea rispetto all'Islam, società connotate da
prolificità e giovinezza; “Serotonina” dimostra invece la
senescenza suicida dell'edonismo material nichilista. Tuttavia,
mentre la Francia ex razional illuminista, ex rivoluzionaria
ed ex sessantottina riesce ad inquadrare il disastro antropologico
di quei modelli ed a volgersi di nuovo a Gesù di Nazareth, da
noi si segue ancora l'indicazione de
“La Repubblica”. Se Franco
Zeffirelli fosse stato francese le sue esequie si sarebbero
pienamente inserite nel nuovo point de départ che ivi
l'intellighenzia sta portando avanti. Da noi invece Cattolico,
Anticomunista, ProLife, ProFamily, NoGender e NoLGBT sono ancora
altrettante discriminati... L'intellighenzia francese punta dritto
fuori dal tunnel, la nostra verso le profondità più oscure. Di una
cosa siamo certi Maestro: ormai avrai abbracciato quel Gesù che così
bene hai testimoniato.
francesco
latteri scholten.
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