Mai
il “gay friendly” ha avuto tanta diffusione mediatica come dai
tempi della presidenza Obama/Clinton e diffusione anche nella
Chiesa cattolica come dopo l'imposizione da parte dello stesso duo –
e delle lobby che li sostiene – del pontefice Francesco.
Eppure anche laddove i matrimoni gay sono perfettamente
legalizzati e la discriminazione sociale praticamente assente questi
continuano ad essere decisamente minoranza con statistiche sempre
decisamente inferiori al 10%. Negli USA la lotta per la
Famiglia tradizionale ha svolto un ruolo di primo piano nell'agone
politico, come anche in Francia ed i “Family Day” ed il
NoGender hanno contribuito con determinazione alla affermazione di
Donald Trump. La lotta ovviamente non si è fermata: prosegue, in
nome della giustizia, dell'eguaglianza, della bellezza. L'intensità
è ben maggiore a quanto il “decisamente meno del 10%” possa
giustificare ed il fine pare non essere neppure più l'eguaglianza,
bensì già lo stadio successivo, ovvero la discriminazione della
eterosessualità. Ma, perchè il Capitale, specie quello
di
impronta firestoniana e manchesteriana, interviene
mediaticamente con tanta forza ed impeto a spada tratta? La
risposta è che se la realtà immediata più povera dell'unione
gay è l'utero in affitto, la prospettiva è quella dell'uomo in
provetta. L'unione gay è infatti di per sé una forma già
compiuta di separazione della sessualità dalla procreazione.
L'uomo in provetta infatti è uno dei progetti a cui già lavoravano
alacremente Joseph Mengele e gli altri scienziati di Adolf
Hitler che a Firestone si ispirava. Tuttavia, all'epoca,
sebbene si lavorasse all'uomo superiore ed allo sterminio delle forme
inferiori (Down, malati, storpi, vecchi, razze), il Capitalismo
ancora non era giunto alla coscienza che proprio l'unione gay
costituisse di fatto la separazione tra sessualità e procreazione e
che dunque la lotta per l' “eguaglianza” di queste fosse la leva
ideale, in nome della “giustizia”, per portare avanti il progetto
dell'uomo in provetta. Apparentemente si creano una “nuova
umanità” - quella che si rivendica oggi -, invero si elimina l'
Uomo, la Persona, la procreazione umana. Si assume appieno
l'ottica del 666, il nome del Demonio, l'unico essere cui nome
è un numero e la cui finalità è la riduzione a sé, ovvero a
numero, anche dell'uomo: l'annichilimento dell'uomo in quanto
Persona: Sauron ed il suo tirapiedi Sarumann si creano gl'esseri che
loro servono per il loro potere aberrante ed abominevole. Invero
l'essere maschio e femmina e l'inscindibilità di sessualità e
procreazione fanno fondamentalmente ed intrinsecamente parte
dell'essere Uomo/Donna e Persona. Significativa è qui la
vicenda umana di uno dei filosofi più grandi, Platone.
Dopo giovanili aperture all'omosessualità ed alla pederastria, c'è
il passaggio netto e deciso alla eterosessualità finalizzata alla
procreazione a partire dalla migliore delle sue opere, della
piena maturità, “Il Simposio”, fino al sostegno esclusivo
ne “Le Leggi”. Sono posizioni ferme in Aristotele,
Paolo di Tarso e Tommaso d'Aquino: l'uscita dalla
eterosessualità è data da “una forza di errore” originata dal
disordine delle passioni interiori che porta al disordine negli atti
esteriori.
francesco
latteri scholten.
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