Anzitutto tantissimi auguri, sinceri e di cuore ad Olaf Scholz e tutti i suoi sostenitori.
La ripresa è stata lenta ma costante e costruita su solide basi. Poi la svolta, ad un mese dalle elezioni: il sorpasso. Trepidazione tra le fila dei sostenitori sino all'ultimo, poi sguardi pieni di gioia: è Vittoria. La stampa specializzata tedesca, già prima del voto, attribuiva, in caso di vittoria, ad Olaf Scholz le possibilità più ampie per una futura coalizione di Governo: con la stessa CDU, con i Verdi, la FDP o i die Linke in varia combinazione. Il primo esordio di Scholz è stato netto per la volontà popolare: “I cittadini hanno scelto tre partiti: SPD, Verdi ed FDP. E' per questi che si pone il dovere di rispettare questa volontà e quindi di formare un Governo”. Anni luce dalle alchimie nostrane. Rispetto della volontà popolare che quindi segna un Governo di centro sinistra aperto alle necessità ecologiche che da decenni ormai si impongono
in Germania. Sembra profilarsi qualcosa di non troppo dissimile a quanto sostiene e porta avanti il Gesuita francese Gael Giraud con la sua “Transizione ecologica”. Si spera che la Francia che uscirà dalle prossime elezioni, come auspicato dallo stesso Giraud, possa incamminarsi sulla stessa strada. Per il lavoro la via è già stata tracciata da prima delle elezioni: sì al salario minimo di 12 euro l'ora. Una vittoria SPD può essere forse, si spera, indice di una nuova e necessaria distensione nei rapporti ormai tesi con la Russia e forse la ripresa di una Ostpolitik che anche alcuni atteggiamenti di Putin hanno ostacolato sinora. Olaf Scholz è stato chiaro anche per quanto concerne la CDU ed il rapporto con essa: “Il risultato elettorale collaca la CDU all'opposizione”. Come per molti leaders, a prescindere dal colore politico, il tramonto della Merkel – e fu così anche con Schmidt – corrisponde a quello della classe dirigente e del partito.
francesco latteri scholten
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