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“Oltre le apparenze” la nuova monografia di G. Prinzi nei Cataloghi d'Arte di Artpostmodernist


 

“Emergendo dal fango, coperte di colore, ci vengono incontro creature nuove... “ così, bene sintetizza, la sua ormai lunga e premiata esperienza di Maestro, il ceramista stefanese Giuseppe Prinzi. La Scuola è quella pregevole di Santo Stefano di Camastra che vanta nel suo passato le tracce della scuola di Limouges le cui vestigia troviamo tra l'altro nel “Cimitero ceramico” o Cimitero vecchio – unico insieme a quello della cittadina francese – e, più di recente, le tracce della grande scuola di Faenza portate dal Maestro Ciro Michele Esposito a cui si deve la fondazione vera e propria della scuola stefanese che ha ben saputo fondere la solarità festosa tipica dell'arte siciliana con tratti importanti di tradizioni significative. 



Importanti esposizioni, un po' ovunque, in Italia e nel Mondo (New York, Francoforte, Budapest) hanno sottolineato la bravura di Ciro Michele e della scuola da lui fondata. Giuseppe Prinzi è stato suo validissimo allievo e bene ha saputo sintetizzare in modo gioiosamente sincronico e soprattutto personalissimo gli stili, i vari tratti, le tecniche importanti, gli accostamenti cromatici da esse scaturenti in opere collocabili appunto solo “Oltre le apparenze”. Al centro, quasi sempre, la soggettività. Quella soggettività sempre diversa che, pirandellianamente è una, nessuna e centomila e forse non è un puro caso che tra i tanti volti si ritrovi anche quello del grande Pirandello (in “Pirandello e le maschere”), cui tra l'altro Giuseppe Prinzi, insieme al figlio d'arte Giovanni, dedicò una piccola ma bella mostra. Essi volti hanno tutti un chè di “Oltre” o 



meglio – per dirla con il grande Aristotele – di “al di là”, ovvero di al di là della fisicità, dunque di Metafisico ed a questo orizzonte rinvia espressamente il bellissimo “Volti metafisici” (che fa parte della seconda sezione) cui è contrapponibile l'altrettanto valido “Volto materico”. E' un orizzonte ideale in cui è possibile collocare anche “Untitled – riconoscimento interiore” , “Contemplazione”, “Apparenze instabili” o anche il delicato “Fluttuazioni impercettibili”. La seconda sezione del volume è dedicata invece prettamente alla ceramica. Ritroviamo qui anfore policrome superbe, le “Reminiscenze interiori” ed il riuscito intreccio tra un tema prettamente nordico - “L'Urlo” di Munch”- ed uno mediterraneo, pirandelliano, “la giara”: “L'urlo – Scultura – Giara – Colonna”. Nella terza parte, dedicata alla scultura, appare a volte qualche tratto

 


della scuola faentina ed opere di grande bellezza quali “Crocifisso”, “Totem”, ritroviamo il bellissimo “Malinconia” ma anche “Bitesta”. L'ultima parte è dedicata ai disegni ed alle tecniche miste dove ritroviamo “I colori dell'anima”, “Dualismo”, “Sguardi” ed il notevole “Miti di Sicilia”. Il volume – edito da ABC Sikella Edizioni - di fattura assai pregevole (ma di prezzo accessibile) deve un grazie particolare all'ottimo lavoro di diversi importanti Maestri della fotografia che hanno concorso alla piena fruizione delle tante opere – si va dal 1978 al 2021 -. Doverosamente li citiamo: Melo Minnella, Giò Martorana, Giovanni Cespa, Giovanni Prinzi, Herbert Kaufmann, Dora Carone, Totò Gatto.

francesco latteri scholten

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