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2011, Gambizzate l'aquila azzurra: Golpe geopolitico contro Berlusconi.


Si strilla come aquile - e questa volta ben a ragione - nell'entourage di Silvio Berlusconi che invece ha riconquistato la calma ed il modus dei suoi tempi migliori. Invero le rivelazioni di Julian Assange sono squassanti e lo sono in senso trasversale, comprendendo dunque non solo l'opposizione a Berlusconi bensì anche alleati, amici e vicini (o presunti tali). Ironia della sorte e dimostrazione che si tratti di una realtà ancora tale ed operante, è il fatto che la cosa sia portata alla pubblica attenzione non dai media del "biscione", bensì da quelli della controparte, dagl' "odiatissimi" "Espresso" e "Repubblica" finanziati tra gl'altri proprio da quel Carlo De Benedetti che avrebbe dichiarato che Monti andò da lui nell'estate 2011 a chiedergli consiglio sull'accettazione della proposta di Giorgio Napolitano a sostituire Berlusconi. Invero l'attacco all'aquila azzurra, sebbene sotto la direzione di uno degl'antagonisti politici, il Presidente della Repubblica, in teoria super partes e nei fatti garante della sovranità limitata del ns Paese, parte dagl'alleati (oggi è doveroso chiedersi alleati di chi): Gianfranco Fini, un ex fascista (ed ex pupillo di un Almirante che si sarà rivoltato nella tomba) a servizio invero, come le telefonate dimostrano, del comunista Giorgio Napolitano a sua volta attore non per conto degl'ex comunisti e dei russi bensì del più feroce capitalismo americano...: "... Ovviamente, caro Giorgio, continuo ad andare avanti senza tentennamenti" "Certamente, fai bene. Ma fallo sempre con la tua ben nota scaltrezza..." Forse, più che di scaltrezza sarebbe il caso di dire pane al pane e parlare di Alto Tradimento, visto che a monte si stagliano le stesse realtà ed interessi economico energetico politici specie mediorientali che furono alla base dall'assassinio di Enrico Mattei eseguito dalla mafia catanese per conto dei servizi segreti francesi e delle sette sorelle. I rapporti personali oltre che economico politici di Berlusconi con Gheddafi, Mubarak e Putin avrebbero potuto infatti configurare una realtà politica mediorientale ben diversa - e con un ruolo centralissimo sia dell'Italia che di Berlusconi - da quella odierna destabilizzantissima sia per il Medio Oriente che per l'Europa. Esattamente come all'epoca la politica di Mattei, nella quale si ritrovano le radici dello stragismo italiano: l'assassinio del giornalista Mauro De Mauro, dello scrittore PierPaolo Pasolini che già nel 1975 in "Petrolio" anticipava la strage di Bologna in una via che è una scia di sangue. Oggi su quella via all'estremismo politico si è aggiunto quello religioso per configurare uno scenario ancor più devastante all'insegna del satanico "divide et impera".
francesco latteri scholten.

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