E'
la risposta più sensata alla gravissima violazione del primo
emendamento della Costituzione Americana da parte di Facebook e
Twitter che hanno dapprima reiteratamente censurato il Presidente USA
e poi lo hanno bannato a vita. Si tratta della violazione più grave
e palese nei confronti di un cittadino che ne rappresenta oltre 87
Mln. Si tratta anche di una violazione che spesso in tanti abbiamo
sperimentato personalmente quando su questi social le nostre
espressioni non si accodavano ad es. al Gender e ci siamo trovati
l'account bloccato anche quando a norma di legge i nostri post erano
OK. Ovvero Facebook e Twitter si arrogano di essere al di sopra e
delle Costituzioni dei singoli Stati – a cui invece dovrebbero
essere soggetti – ed al di sopra di quelli che sono gli
orientamenti di cittadini regolarmente eletti a cariche politiche e
pubbliche. E, chiariamolo subito: Zuckerberg & compagni non li ha
eletti nessuno e non rappresentano nessuno. Giuste e fondate in
proposito le osservazioni di Marco Rizzo (segretario Partito
Comunista Italiano) e Mario Adinolfi (Popolo della Famiglia). Il
primo ha osservato “Chissà
se a qualcuno degli assassini di Gheddafi verranno BLOCCATI
permanentemente i SOCIAL da una azienda privata che passa da un
partner all’altro? E pensare che il 18 marzo 2011 veniva
dato
l’ordine alle forze armate statunitensi di partecipare alla
no-flyzone per distruggere le capacità di difesa aerea del governo
libico con l'uso di missili Tomahawk e aerei B-2 Spirits e altre
varie squadriglie da combattimento. Sei giorni dopo, il 25 marzo,
veniva dato -assieme alla Nato- il colpo militare decisivo al
legittimo Governo Libico con una operazione di guerra totale chiamata
Operation Unified Protector.” Il secondo invece: “Mi sembra
impossibile che non capiate che poiché state accettando, anzi
sostenendo, quel che i social stanno facendo a Trump e a tutti i
sostenitori trumpiani (cioè cancellare la loro possibilità di
esprimersi) quando faranno lo stesso a voi non avrete alcun argomento
per difendervi. State consegnando il dibattito pubblico alla
proprietà di pochissimi soggetti privati. E manco capite che
problema gigantesco questo sia.” In USA la risposta sia dei
cittadini che di The Donald non si è fatta attendere ed è tutta
nello spirito autentico della Costituzione e del suo primo
emendamento, lo sprito di George Washington e Thomas Jefferson, lo
spirito della “Aeropagitica” di John Milton sulla Libertà di
Stampa e di Coscienza, lo spirito de “La disobbedienza civile” di
Henry Thoreau (che sarà ripreso da Gandhi). In milioni hanno optato
per una Twexit ed una
facebexit trasferendosi sul social “Parler”
assai più rispettoso sia della Coastituzione che dei cittadini:
Parler non mette i dati degli utenti a disposizione di terzi né ne
consente tracciamenti al fine di ricavare tendenze personali etc. e
garantisce una più autentica libertà di espressione. Il Tycoon, per
parte sua, in linea con sé stesso e con la Costituzione Americana
sta lavorando ad un suo social proprio con cui bypassare Zuckerberg &
Compagni. Ed è ora: basta con chi si erge al di sopra delle leggi e
delle persone per imporre la propria visione del mondo e la propria
visione “politically correct” che corretta è solo per
presunzione. Basta con l'imposizione e la coercizione al Gender. Sì
alla Libertà alla Vita, alla Famiglia ed alla possibilità di
esprimersi liberamente in tal senso senza trovarsi account
arbitrariamente bloccati in violazione delle leggi e dei più
fondamentali diritti costituzionali. No all'arbitrio di chi non è
stato eletto da nessuno.
francesco latteri scholten.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.