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Medjugorje: coraggio spirituale


 

Di Giulia Bovassi

Una grazia grande poter tornare qui.

Nessuna vacanza è paragonabile a quella pace interiore, quella spiritualità che questo luogo offre.

Una cosa resa evidente dal periodo pandemico è l'illusione di un'umanità che pensa di possedere se stessa, quando le basta talmente poco per perdere il controllo e ritrovarsi in ginocchio davanti alla propria finitudine. Non solo per quanto riguarda vita e salute, ma la debolezza di rapporti senza radici, di relazioni basate sulla fluidità del "vivi e lascia vivere" o del "cogli l'attimo", di progetti di vita costruiti sulla precarietà di promesse solo umane e sul benessere. Una società del transitorio.

Siamo fragili e questa è la più grande risorsa in nostro possesso. La speranza nonostante questa fragilità, quella che ti salva dalla disperazione umana, non può venire dagli individui o dalla massa, ma ci rifiutiamo di crederlo perché la società del progresso, del consumo e del nuovo narcisista post-moderno non può accettare che vi sia altro rispetto a se stessa. Simile convinzione produce solitudini senza alcun appoggio o certezza. Il sacro, oggi, viene calpestato, deriso e perseguitato. Questo sta logorando ogni valore. Questo ha distrutto i presupposti umani, etici, intellettuali per comprendere e accettare la nostra umanità. In questo modo siamo diventati -e con la crisi, paradossalmente, ciò ha subito una forte accelerazione- la società per la morte dove bene e male sono interscambiabili; giusto e ingiusto opinabili. Durante una crisi globale i grandi assenti sono stati il Bene, il Bello e il Vero.

Le parole di un sacerdote in questo viaggio mi hanno colpito:

"Quando guardiamo il mondo oggi e la situazione odierna, possiamo dire che ciò che lo caratterizza è la mancanza di coraggio spirituale. Vediamo tante forme di deviazioni morali e non reagiamo, stiamo zitti, per mancanza di coraggio, per paura di essere condannati da questo mondo. Come credenti dobbiamo avere il coraggio di essere luce e testimoni del mondo. Come cristiani possiamo avere una vita giusta se torniamo a Dio, senza paura di avere delle radici, di dire chi siamo e cosa siamo".

Abbiamo bisogno di tornare a credere e ad essere credibili testimoniando integrità, coerenza, coraggio e fermezza nella carità.


Giulia Bovassi




Associate Researcher presso Neurobioethics - Bioetics Group of Study

Associate Researcher presso

UNESCO Chair in Bioethics and Human Rights

Ha studiato presso

ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale

Ha studiato PhD Student in Bioethics presso

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Ha studiato Corso di perfezionamento in bioetica presso Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede Di Roma

Ha studiato Filosofia presso

Università degli Studi di Padova

Ha studiato BioDiritto presso

Facoltà di diritto canonico San Pio X

Ha studiato Master in Consulenza filosofica e antropologia esistenziale presso

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Ha studiato Corso di Perfezionamento in "Neurobioetica e Transumanesimo" presso

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Ha studiato Bioethics (Medical Ethics - Master's Degree) presso

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Ha studiato Master in Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale presso

Università Europea di Roma


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