Bene sottolinea l'ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, in ordine alle vicende greche, che il problema non sia economico - l'accordo era quasi fatto e le divergenze erano minime - bensì politico. I progetti che potrebbero dare una concreta prospettiva alla Grecia sono infatti 2+1 : terminal energetico per il Mediterraneo e via d'accesso da e verso la Russia; HAB centrale per il Mediterraneo. Tutti e tre connotano la precipua appartenenza geopolitica della Grecia. Il terzo è l'opzione cinese. I primi due potrebbero essere realizzati con una diversa posizione nei confronti di Putin e dell'UEE, cosa sulla quale peraltro Tsipras ha cercato di fare pressing. Un pressing tuttavia ben cosciente del NO secco e categorico di Obama e, soprattutto dei Repubblicani americani, come anche dei falchi del centro e nord Europa. Tuttavia qualche volo a Mosca e qualche incontro con Putin non è evidentemente sufficiente, occorre un pressing maggiore per poter sfruttare a proprio vantaggio il veto americano: per sfruttarlo da un lato nei confronti degli Stati UE Germania in testa (ma anche Francia ed Italia) e della loro sovranità limitata per costringerli ad abbuonare quote di debito; dall'altra per ottenere ulteriori crediti da parte USA tramite il FMI. Lo strumento d'elezione poteva qui essere - come è stato -, l'impugnativa di quel referendum dall'esito scontato vista l'impopolarità della Troika, che peraltro faceva già parte del programma politico dei Tsipras. Strumento paludito da Prodi ben prima della sua messa in atto. Per la concrezione il leader greco ha tirato fuori uno dei "gadget" più antichi, nientemeno che quello di Demostene nel "Discorso per la Corona": "... due sono le caratteristiche, o Ateniesi, che un cittadino per bene deve avere per indole: conservare nei periodi di libertà la nobiltà ed il primato della città e, in qualsiasi circostanza ed azione, la sua devozione ad essa...". Il richiamo alla dignità ed al proprio orgoglio. Fare buon viso a cattivo gioco, superare le poche divergenze abbuonando un accordo alla Grecia, anche mettendosi contro i suoi, sarebbe forse stata la cosa migliore per Angela Merkel. Oggi quell'abbuono è imposto a lei (come ai falchi ed ai banchieri non solo tedeschi ma anche francesi ed italiani) dagli USA, così come a Tsipras la ristrutturazione dell'economia greca senza la quale la concessione di ulteriori crediti è del tutto inutile. Oggi tuttavia Tsipras, come già Demostene, ha vinto: è riuscito ad ottenere il massimo possibile nella realtà concreta, per la sua Atene. Romano Prodi si gongola in brodo di giuggiole davanti ai media. Quel "Consilium" che lui ha sostenuto sin dall'inizio (o già prima?) ha vinto.
francesco latteri scholten
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.