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IX secolo, Papa Gregorio IV istituisce Halloween.




Correva l'Anno Domini 835 quando Papa Gregorio IV chiese all'imperatore Ludovico il Pio di ordinare per decreto la celebrazione, il primo novembre (sarĂ  il 31 ottobre nel rito ambrosiano), in tutti gli Stati dell'Impero, della festivitĂ  di Ognissanti che non aveva ancora una collocazione specifica e che era celebrata solo dalle chiese situate nella cittĂ  di Roma ed in poche altre. E' la data che segna una immediata diffusione della festivitĂ  in tutta Europa. In particolare, nei Paesi anglofoni, essa ha preso il nome di “The Eve of All Saints Day” da cui le forme contratte “All Hallow's Eve” e quindi Halloween. La data, collocata a mezzo tra l'equinozio d'autunno ed il solstizio d'inverno, era comunque giĂ  celebrata in modo diverso presso tutte le culture europee e non. Essa segna il giorno della memoria, dell'incontro con i defunti ed ha carattere generalmente gioioso, i morti portano, ancora oggi ad es. in Sicilia, dei doni. In questo senso e questa data, le celebrazioni piĂš antiche sono quelle dei Celti, databili ad oltre il 300 a.C.. La celebrazione, con falò e 


fiaccolate, che saranno riprese dai cristiani, è per il dio pagano Samhain, il dio della morte per dedicargli un giorno all'anno onde dedicare gl'altri 364 alla Vita. La celebrazione è caratterizzata dalla gioiosità della commemorazione dei defunti e per assicurarla i falò e le torce sono accese proprio per allontanare gli spiriti maligni... L'uso delle zucche orridamente intagliate e magari illuminate dall'interno, è dovuto alla tradizione irlandese praticamente confinato alla sola isola sino alla grande carestia di metà del XIX secolo che costrinse molta popolazione all'emigrazione negli USA. Anche qui la commemorazione è quella dei defunti celebrati con gioiosità, le zucche orridamente intagliate e magari illuminate dall'interno servono a tener lontano Jack la Lanterne condannato a vagare senza fine sulla terra per aver ingannato il diavolo... Dunque ovunque si tratta di una commemorazione dei defunti, della contemplazione delle nostre radici, di noi stessi. Al solito, come anche per il Natale e la Pasqua, il bussiness ha fatto scempio e dell'elemento fondamentale, quello commemorativo, non ha voluto lasciare nulla: ci sono solo le zucche vuote, magari illuminate, a celebrare una festosità fine a sÊ stessa, destituita di ogni riferimento e significato, persino quello della zucca vuota... Il vuoto che celebra il Nulla.
francesco latteri scholten.

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