«Nella
primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e
dei suoi seguaci.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.
Oggi
celebriamo il settantacinquesimo anniversario della Liberazione, data
fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è
presidio con la sua Costituzione.
La
pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a
celebrare questa giornata nelle nostre case.
Ai
familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di
partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale,
così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in
prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il
funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali.
Manifestano
uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della
nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno
reso straordinario il nostro Paese.
In
questo giorno richiamiamo con determinazione questi valori. Fare
memoria della Resistenza, della lotta di
Liberazione, di quelle
pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero
parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di
tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione
sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al
Tricolore.
Nasceva
allora una nuova Italia e il nostro popolo, a partire da una
condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e
civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro.
Con
tenacia, con spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla
comunità nazionale, l’Italia ha superato ostacoli che sembravano
insormontabili.
Le
energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono
alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio
destino. La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese
moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel
contesto internazionale, dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi
di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata
avventura nazifascista.
Nella
nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non
hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di
unità del popolo
italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E
dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una
riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale.
L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la
propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla
prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori.
Cari
concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità
deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che
ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena
sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata
capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa
siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze
sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di
ogni settore.
Insieme
possiamo farcela e lo stiamo dimostrando. Viva l’Italia! Viva la
Liberazione! Viva la Repubblica!»
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