Di
Nicoletta
Latteri
Le
accuse a Papa Francesco sono state molte, ma l’altra sera sotto la
pioggia in Piazza S.Pietro c’era un uomo che a nome di tutti andava
incontro a Dio, al suo e al nostro Dio, e che ha trovato le parole
per parlare al mondo e farsi suo portavoce davanti a Dio. A fare da
ponte tra noi e Lui. Un Pontefice che faticava a camminare, ma ha
alzato più volte il Santissimo al cielo pur avendo difficoltà a
reggerlo, diventando immagine di un’umanità attonita che voleva
farsi Dio ma
torna da Lui in ginocchio perché sola e spaventata,
disperata senza l’amore più grande, senza più nemmeno sapere
cos’è un grande amore. Mai come l’altra sera il Corpus Domini è
stato il sole di quella piazza su cui erano già calate le tenebre, è
stato ciò che il mondo moderno con le sue infinite ideologie ha
cercato di cancellare, ha illuminato la sera, mostrando al mondo ciò
che non voleva vedere: la potenza di Dio, la forza del legame con
l’uomo che si materializza in una piazza
vuota, che ha il suono di
una leggera brezza ma racchiude in sé l’universo intero. Davanti
al Pontefice si stendeva la Città Santa, immagine di mille altre
città, resa silenziosa dalla pandemia e fatta bella da secoli di
preghiere tramutate in pietra dalla fede dei credenti e che ancora
una volta ha fatto della sua bellezza lo strumento per amplificare la
preghiera di un’umanità piegata dal dolore della morte e
spaventata dal futuro, facendone la roccia dalla quale l’uomo
insieme a Dio
affronta la tempesta. Così, nel momento più difficile, nonostante tutte le differenze e polemiche, gli uomini hanno ritrovato la strada per la preghiera e per Dio, hanno ritrovato la strada che li riporta al Padre che li sosterrà quando cadranno e qualsiasi cosa accada, gli darà la forza di rialzarsi contro ogni previsione o logica umana. Dopo tanto razionalismo e “nuovo umanesimo” l’unica verità è che per potere accedere a Dio bisogna farsi uomini e rinunciare a ogni altra cosa, perché come vediamo in questi giorni la vanità del mondo non ha senso.
"Signore
resta con noi perché si fa sera". Lc 24, 13-35
P.S. pubblicato previa autorizzazione dell'autrice, il link originario è :
https://www.sabinopaciolla.com/la-preghiera-di-unumanita-piegata-dal-dolore-della-morte-e-spaventata-dal-futuro/
Nicoletta Latteri nasce nel 1964 a Wesel (Germania, Nordreno Vestfalia), si laurea nel 1990 alla Facoltà di Filosofia della Friedrich Willhelm Universität di Bonn in Archeologia Paleocristiana, Classica e Medievale. Pubblica all’estero e con riviste scientifiche quali i Mélanges de l’École Française de Rome. Collabora come traduttore di testi filosofici, giuridici e scientifici con la Pontificia Accademia per la Vita ed in particolare col compianto card. Elio Sgreccia. È stata Presidente della Commissione Cultura, Intercultura e Uguaglianza dell’ VIII Municipio di Roma. Oggi e attiva nella difesa del patrimonio storico artistico e nella promozione della cultura e della creatività italiana, in quest’ambito rientra anche la scrittura del suo romanzo fantasy Malus Sfida alla Notte, che usa l’ambientazione fantastica quale metafora dei conflitti odierni e dei pericoli a cui va incontro l’umanità.
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