Di
Daniel Di Schuler
Questo, perlomeno, voglio sperare. La democrazia rappresentativa funziona, e benissimo, ma solo se usata per eleggere i migliori tra noi. Donne e uomini, l’epidemia lo sta mettendo in chiaro, cui affidiamo le nostre vite. Altro che uno vale uno. Basta vedere cosa succede in Gran Bretagna e negli USA. Avevano tutti i vantaggi possibili rispetto a noi. Potevano seguire il nostro esempio. Hanno perso tempo. Tra una barzelletta sulla nostra natura “latina” e una descrizione della nostra sanità come appartente al Terzo Mondo. Cialtroni. I due capoccia, eh, Boris J e Donald. Il secondo in particolare. Fa battute davanti ai morti. E’ riuscito a trasformare anche il rapporto giornaliero sul progresso dell’epidemia in uno spettacolo con gran sfoggio di uniformi. Operetta allo stato puro. Mentre a New York si è al disastro. Parla il governatore Cuomo. Lui sì, uno da ascoltare.
Mancano i respiratori, dice, e la gente muore.
Mentre gli stati se li contendono, ci vorrebbe un’autorità che li
gestisse a livello federale. Che li destinasse, di volta in volta,
dove ce n’è più bisogno. In fondo, si tratta della lezione
cinese. Piccolo sarà bello, ma per far fronte a certe emergenze
servono tutte le risorse di un grande paese e una forte mano
pubblica. Una lezione anche per noi europei. Divisi, ma che siamo già
riusciti a fare qualcosa di meglio degli americani. Se non altro,
grazie agli acquisti di materiale sanitario coordinati dall’Unione.
La dimostrazione che per andare avanti dovremo unirci sempre di più.
E certo, vale anche per i debiti. Alla fine della crisi quanto varrà
il nostro? Il 170 o 180% del pil? Ovvio che sarà insostenibile, come
i debiti francesi e spagnolo. Come sarà altissimo lo stesso debito
tedesco. Ovvio, di nuovo, che servirà una soluzione comune.
L'alternativa per noi italiani? Il default, l’azzeramento del
risparmio nazionale e il ritorno a una Lira buona solo per giocare a
monopoli. L’Euro era solo il primo passo. Ora facciamo gli altri.
Comunque decideremo di chiamarli, dovremo avere finalmente dei
ministri europei delle finanze e dell’economia. Oltre a un ministro
degli esteri. Altro che felpati generalissimi da Banana Republic. Il
destino che, a ogni modo, qualcuno vorrebbe per noi. A questo
proposito, una notizia su cui riflettere. Jacobo Iacoboni, sulla
Stampa, osa mettere in dubbio l’utilità degli aiuti inviati dai
russi e fa notare che sono usati dal Cremlino per farsi propaganda a
poco prezzo. Apriti cielo. Arriva subito la protesta di Mosca. Il
ministero russo della Difesa esige immediate scuse con un linguaggio
simil-mafioso: “Chi scava la fossa in essa precipita”. Alla
faccia della libertà di opinione. Senza che i nostri sempravvolti
nel Tricolore abbiano nulla da ridire. Loro, così gelosi della
nostra sovranità nazionale. Tanto che la vorrebbero tutta per sé.
Manco l’avessero già venduta a qualcuno.
Daniel
Di Schuler
E' nato
il 12 settembre 1964, Scrittore, Pittore e Scultore, conosciuto per i
numerosi viaggi vive in un villaggio di pescatori vicino Fisterra. Il
suo romanzo “Un'Odissea minuta” edito da Baldini e Castoldi è
stato finalista del Premio Italo Calvino. E' scrivener c/o Baldini +
Castoldi, Bertoner editore e Albe Edizioni
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